Giocare al tiro a segno contro Microsoft è uno sport indubbiamente molto diffuso in seno all’industria: Windows, Office, i PC desktop, le applicazioni locali in un mondo sempre più interconnesso, rappresenterebbero le pietre angolari di un business che prima o poi svanirà superato dal progresso tecnologico. Microsoft, evidentemente, non è molto d’accordo con questa visione delle cose e lascia parlare i numeri del suo giro d’affari: rispondendo in maniera indiretta a quanti vorrebbero liquidarla un po’ troppo in anticipo sui tempi . Google e Apple in primis.
I numeri a cui Microsoft affida la sua replica alle critiche di commentatori e concorrenti sono quelli forniti da Frank X. Shaw, vicepresidente a capo della divisione pubbliche relazioni che in forza dei suddetti numeri prospetta un 2010 brillante per la corporation più in vista dell’high-tech mondiale. Su cosa basa il suo ottimismo Show? Prima di tutto sull’impressionante performance di Windows 7, il sistema operativo che ha preso velocemente il posto di Vista nei piani di Redmond, e che in meno di un anno ha già venduto 150 milioni di licenze .
Windows 7, dice Shaw, è il sistema operativo che cresce più velocemente della storia di Redmond – e quindi della storia degli OS tout court – e ne vengono vendute 7 copie ogni secondo. Sarà la congiuntura economica meno problematica di quella che ha influenzato il destino commerciale di Vista, sarà che Seven rappresenta a parere di molti quello che Vista sarebbe dovuto essere sin dall’inizio, sarà quel che sarà: ma il fatto è che gran parte della forza economica di Microsoft continua a essere il pluri-decennale sistema operativo a finestre.
Affidandosi alla forza dei numeri, Microsoft prova a mettere nella giusta prospettiva le critiche e gli attacchi crescenti alla sua centralità all’interno del panorama informatico e tecnologico, confrontando il proprio giro di affari (e l’estensione della sua base di utenza) a quello dei concorrenti vecchi e nuovi: nel 2010 iPad dovrebbe vendere oltre 7 milioni di unità, contro i 58 milioni di netbook e i 355 milioni di “PC” propriamente detti.
Sulla schiacciante maggioranza di quei 355 milioni di PC ci sarà ovviamente Windows, così come sui nebook dove in un solo anno (dal 2008 al 2009) il market share (USA) controllato da Microsoft è passato dal meno del 10 al 96 per cento. Con simili cifre in gioco è piuttosto irrealistico definire “bollito” un colosso come BigM , suggerisce Shaw. E Office 2010? Il VP Microsoft non riferisce cifre specifiche in merito alle vendite del recentemente commercializzato upgrade della suite di produttività, limitandosi a dire che il numero di utenti che ha partecipato al programma di beta prima del lancio ammonta a 9 milioni: “il più esteso della storia di Microsoft”.
Shaw smentisce il mito secondo cui Linux è destinato a conquistare il mercato dei server – in realtà il market share attuale (risalente alla fine del 2009) è inferiore a quello del 2005 e molto più basso di quello previsto nel 2005 (21,2 per cento contro un previsione del 33). Il cloud computing? Microsoft dice di poter vantare 10mila utenti paganti sulla sua piattaforma Azure e 700mila studenti, insegnanti e personale delle scuole pubbliche del Kentucky impegnati nel “più esteso cloud deployment negli USA”.
Google? Gmail? Live Hotmail è un colosso che supera e raddoppia la base di utenza della webmail di Mountain View (360 milioni contro 173), per non parlare dei 299 milioni di account “attivi” sul servizio di instant messaging Live Messenger. Microsoft prova a dire la sua anche quando non avrebbe nulla di particolare da dire, confrontando i dati di vendita di iPhone (8,8 milioni nel primo quarto del 2010) con quelli di Nokia (21,5 milioni) e del mercato nel complesso (55 milioni), nel tentativo di mettere in prospettiva le espressioni iperboliche spesso e volentieri adoperate da Steve Jobs nel descrivere il successo dei suoi iCosi.
Le ultime cifre snocciolate da Shaw sono quelle che contano di più, dal punto di vista del business: Cupertino avrà anche superato Redmond nelle quotazioni azionarie , Google potrà anche vantare tutte le news che vuole in merito al crescente numero di servizi e prodotti residenti “tra le nuvole” del mainframe cloud computing, ma i ricavi netti di Microsoft continuano a superare abbondantemente i suoi concorrenti diretti con 14,5 miliardi di dollari alla fine dell’anno fiscale 2009. Apple e Google non vanno oltre i 5,7 miliardi e i 6,5 miliardi, rispettivamente. Microsoft bollita? Improbabile, visto che in nove anni (dal 2000 al 2009) i ricavi complessivi sono più che raddoppiati (23 miliardi di dollari contro gli attuali 58,4).
Alfonso Maruccia