Microsoft non si arrende e, come annunciato nei giorni scorsi, ha depositato l’appello contro la decisione del giudice del Texas che l’aveva condannata a pagare una multa superiore ai 290 milioni di dollari. Il tribunale aveva vietato inoltre di vendere o importare negli Stati Uniti i prodotti (il pacchetto Office) con l’opzione custom XML, giudicata in violazione di un brevetto della canadese i4i.
Nella richiesta d’appello Microsoft rileva numerosi errori procedurali che a suo parere il giudice avrebbe commesso, mandando al suo ruolo di “custode, cruciale nelle controversie brevettuali anche più che in altri casi, essendo la questione – spiega Redmond – relativa ai limiti posti dalle rivendicazioni del brevetto, e la discrezionalità del giudice molto importante nella valutazione dell’affidabilità delle prove presentate dagli esperti portati dalle parti”.
Il documento d’appello è stato criticato da Loundon Owen di i4i: “Mette in luce l’ostilità di Microsoft verso chi osa far valere i propri brevetti contro di lei. Senza mancare di denigrare sfacciatamente la corte”. Proprio sul sistema giudiziale invece i4i fa affidamento per disinnescare l’arsenale legale di Redmond che gode di risorse finanziarie maggiori.
Microsoft ha ottenuto tempi brevi sulla procedura di appello e il supporto di HP e Dell che hanno chiesto alla corte di poter presentare un rapporto sulla necessità di sospendere l’ingiunzione permanente pendente su Microsoft. Osservatori affermano che probabilmente sosterranno che il divieto di vendere o importare avrebbe gravi conseguenze economiche anche su di loro.
Le parti si rincontreranno davanti alla corte d’appello il 23 settembre . Sarà questa a dover valutare l’ammissibilità del ricorso ed eventualmente a sospendere l’ingiunzione che vieta di vendere Office.
Claudio Tamburrino