Ad annunciare l’evento è Microsoft con un comunicato ufficiale : a partire da questo lunedì, Microsoft e Amazon hanno stretto un accordo sull’utilizzo delle licenze e dei brevetti di proprietà di entrambe, ragion per cui d’ora in poi l’una avrà accesso al bagaglio di proprietà intellettuale in possesso dell’altra. I dettagli rimangono fumosi ma a Redmond non vedono l’ora di conoscere (tra le altre cose) i segreti di Kindle .
“Siamo soddisfatti di aver stretto questo accordo sulle licenze dei brevetti con Amazon”, dice il vice-presidente corporate e consulente legale Microsoft Horacio Gutierrez. “Il portafoglio di brevetti Microsoft – continua Gutierrez – è il più grande e robusto nell’industria del software, e questo accordo dimostra il nostro mutuo rispetto per la proprietà intellettuale così come la nostra capacità di raggiungere soluzioni pragmatiche ai problemi che possono sorgere in ambito di proprietà intellettuale indipendentemente dal fatto che sia coinvolto software proprietario oppure open source”.
In realtà in questo caso non si è verificato alcun problema e Amazon sembra aver accettato di buon grado (come Samsung, Fuji Xerox, Buffalo e altre 600 società prima di lei) un accordo che esclude qualsiasi idea di rivalsa legale da parte di Redmond . Non finirà insomma come nel caso TomTom , dove il produttore di geo-navigatori dovette prima battagliare in tribunale e infine accordarsi per seppellire le accuse di violazione di brevetto perorate dal colosso del software.
Microsoft, dal canto suo, incassa l’intesa e, senza fare una lista dettagliata o svelare molti dettagli a riguardo, cita espressamente l’ebook-reader Kindle e i server basati su Linux di Amazon come tecnologie a cui varrà la pena dare uno sguardo più ravvicinato. Se poi tali tecnologie serviranno ad accelerare i lavori su prodotti a lungo chiacchierati – come l’oramai famigerato tablet made in Redmond – è un’eventualità tutta da verificare.
E Amazon? L’azienda che ha inventato l’e-commerce via web si trincera dietro il silenzio e decide, diversamente da Microsoft, di non commentare o rilasciare comunicati ufficiali a riguardo.
Alfonso Maruccia