Microsoft ha richiesto (e recentemente ottenuto) la registrazione di un nuovo brevetto presso l’apposito ufficio statunitense (USPTO), una proprietà intellettuale che descrive un “dispositivo di computing modulare” pensato per ridurre al di sotto del minimo sindacale le capacità richieste all’utente per aggiornare il proprio hardware informatico da scrivania.
Il design pensato da Redmond include un modulo base contenente i componenti indispensabili per definire l’aggeggio un “PC”, e al di sopra del modulo principale è collegato un display touch che funge da interfaccia di base con il sistema.
I singoli componenti all’interno del modulo base possono essere estratti e sostituiti a piacimento, così da permettere eventualmente l’upgrade di unità di elaborazione centrale, memoria, risorse di rete e tutto quanto. L’attacco magnetico dei componenti formato black-box è pensato per eseguire l’aggiornamento “in un modo intuitivo senza richiedere una conoscenza dettagliata dell’hardware” sottostante, assoggettando potenzialmente la dinamica del PC assemblato all’obsolescenza indotta.
Ovviamente, oltre ai componenti del modulo base il brevetto descrive nuovi moduli da connettere al primo così da implementare funzionalità aggiuntive, accessori e magari la gestione della realtà aumentata in arrivo grazie al sistema HoloLens.
Il design proposto da Microsoft è al momento un progetto valido solo sulla carta , ma non è detto che la corporation non intenda proporre una nuova linea di prodotti per PC modulari all’interno del sempre più affollato brand Surface.
Dopo il tablet Surface, l’ultrabook-convertibile Surface Book e il vociferato Surface Phone è in arrivo anche il Surface PC? Forse. Certo è che il concetto di PC modulare non lo ha inventato Microsoft ed è anzi già disponibile in commercio da tempo. Allo scorso IFA di Berlino, infatti, la taiwanese Acer ha presentato la linea Revo Build che permette appunto di configurare un “monolite” informatico composto da box variamente accessoriati.
Alfonso Maruccia