L’attesa settima incarnazione del sistema operativo di Microsoft, in arrivo sul mercato dal 22 di ottobre, avrà un compito duplice per l’azienda di Redmond: ovvero quello di attenuare i malumori suscitati in seno all’utenza del mai troppo acclamato Vista e convincere chi nel mentre ha deciso di mantenere il vecchio, e prossimo all’estinzione, XP a passare al nuovo OS. Comunque, nonostante le buone intenzioni dell’azienda statunitense, il passaggio a Windows 7 per le aziende che operano sulla quinta versione dell’OS di BigM potrebbe trasformarsi in un vero e proprio calvario .
Ad annunciarlo è un analista di Gartner, secondo il quale si tratta nientemeno che di una catastrofe inevitabile, in attesa solo di concretizzarsi. Secondo quanto divulgato in un documento che illustra i piani dell’azienda, comprare un prodotto business oltre la fatidica data del 23 aprile 2010 comporta l’automatica esclusione della possibilità di richiedere il downgrade a XP, normalmente garantita per acquisti che vanno dalla data di rilascio a quella appena indicata. Per chi acquisterà un PC oltre il termine stabilito dall’azienda sarà comunque possibile effettuare il downgrade a Vista. Da specificare che quanto appena detto è valido solo per i computer dotati di Windows 7 Professional o Ultimate.
A questo punto, considerando anche che gli esperti del settore consigliano sempre ti attendere dai 12 ai 18 mesi per verificare che l’upgrade non causi problemi di compatibilità, i tempi previsti da BigM risultano essere insufficienti allo scopo di effettuare una transizione di un parco macchine, mettendo chiunque voglia effettuare l’upgrade davanti poche opzioni di scelta. La prima, ovvero la più semplice, sarebbe quella di acquistare ad occhi chiusi le licenze entro la data prestabilita, mentre per chi volesse aspettare non vi sarebbe a detta degli esperti altra soluzione se non quella di ricorrere al costo aggiuntivo del contratto Software Assurance, un’opzione che a detta di Michael Silver, analista di Gartner, “garantirebbe a Microsoft molto più denaro”.
Gli scenari descritti da Silver sono molteplici e tutti piuttosto nefasti: secondo quanto dichiarato, le aziende potrebbero anche decidere di non pagare il costo aggiuntivo del programma SA, andando così incontro a “seri mal di testa”. Da qui potrebbe nascere una corsa ad accaparrarsi vari stock di PC sui quali sarà possibile effettuare il downgrade, se davvero non si vuole fare un salto alla soluzione intermedia, ovvero quella di Vista o direttamente a Windows 7, allocando tali unità ben lontane dal fulcro del processo produttivo così come suggerito da Silver. Che conclude giudicando pesantemente le mosse di Microsoft, da lui definite come “un vero e proprio disastro”.
Al momento l’azienda di Redmond non avrebbe dato alcuna informazione ufficiale riguardo alla vicenda e alle politiche di aggiornamento che potrebbero anche variare. Comunque, Silver si dice sicuro delle proprie fonti, dal momento che avrebbe partecipato a diversi briefing tenuti da Microsoft stessa riguardo a quella che l’azienda sostiene essere una policy pubblica.
Vincenzo Gentile