Con quello che potrebbe segnare l’inizio di una importante cooperazione tra le due vecchie rivali, Microsoft e Red Hat hanno seppellito l’ascia di guerra per stendere un ponte tra le rispettive soluzioni di virtualizzazione. Con un accordo, le due società si sono impegnate a certificare i rispettivi sistemi operativi sulla piattaforma di virtualizzazione della controparte.
“In risposta alle pressanti richieste dei nostri clienti, Red Hat e Microsoft hanno firmato un accordo bilaterale teso a migliorare l’interoperabilità tra le rispettive piattaforme di virtualizzazione”, si legge in questo comunicato . “Ciascuna delle due aziende parteciperà al programma di validazione/certificazione del partner e fornirà supporto tecnico ai clienti dei server di virtualizzazione della controparte”.
“Il fulcro dell’accordo consiste quindi (e direi si limita) alla reciproca certificazione, ma si tratta comunque di un passo importante per tutte le aziende che hanno ambienti misti (la totalità delle aziende enterprise e molte aziende medio/grandi) che possono adesso scegliere, con la certezza di supporto, la piattaforma di virtualizzazione che preferiscono (Microsoft, Citrix, SUSE, RedHat) su cui eseguire i sistemi operativi che preferiscono”, ha commentato in questo post Giorgio Malusardi, IT Pro Evangelist di Microsoft Italia.
Secondo Malusardi, dunque, ad avvantaggiarsi dell’iniziativa saranno soprattutto i clienti di Microsoft e Red Hat, che da oggi possono ottenere supporto tecnico da entrambe le società per virtualizzare Windows Server sotto Red Hat Enterprise Linux (RHEL) o, viceversa, per virtualizzare RHEL sotto Windows Server 2008.
Più nel dettaglio, l’accordo prevede che:
– Red Hat certifichi Windows Server 2003 SP2, Windows 2000 Server SP4 e Windows Server 2008 per girare come sistemi operativi guest sotto l’hypevisor open source integrato in Red Hat Enterprise 5.x;
– Microsoft certifichi Red Hat Enterprise Linux 5.2 e 5.3 per girare come sistemi operativi guest sotto Windows Server 2008 Hyper-V e Microsoft Hyper-V Server 2008.
È interessante notare come l’accordo si estenda anche alle future tecnologie di virtualizzazione di Microsoft e Red Hat. Ciò significa che rientrerà nel patto di interoperabilità anche l’imminente hypervisor KVM che l’azienda dal cappello rosso ha recentemente acquisito da Qumranet e che, a partire da RHEL 6, rimpiazzerà l’attuale hypervisor Xen-based.
Come chiarisce Malusardi, al termine della fase di certificazione Microsoft pubblicherà gli Integration Components (IC) per RHEL, oggi disponibili esclusivamente per SUSE Linux Enterprise Server 10. Gli IC sono componenti aggiuntivi che migliorano l’integrazione tra il sistema operativo in esecuzione nelle nelle macchine virtuali ( child partition ) e Hyper-V, e rendono possibile utilizzare l’architettura dei device sintetici basata su VSP-VSC-VMBus.
A differenza dello storico patto di interoperabilità che Microsoft firmò nel 2006 con Novell , quello con Red Hat non tira in ballo brevetti o altri tipi di proprietà intellettuali. “Le attività contemplate in questi accordi non richiedono la condivisione di proprietà intellettuali”, si legge nel comunicato diffuso dalle due partner. “Pertanto, gli accordi non includono diritti su brevetti o licenze open source, e non contengono alcuna clausola finanziaria, fatta eccezione per i costi standard relativi ai test di certificazione/validazione”.
In questo articolo apparso su CNet , il giornalista Matt Asay sostiene che Red Hat aveva già tentato, in precedenza, di raggiungere con Microsoft un’intesa relativa all’interoperabilità tra piattaforme: tutte le negoziazioni sarebbero però fallite a causa del tentativo, da parte di BigM, di introdurre nell’accordo le stesse protezioni legali concesse a Novell. Tali protezioni, come si ricorderà, costituiscono il punto più controverso del patto tra Microsoft e Novel.
“Insieme, Red Hat e Microsoft hanno dimostrato che l’interoperabilità può esistere anche senza la necessità di stipulare accordi dietro le quinte relativi ai brevetti”, ha scritto Asay. “Questo annuncio suggerisce che Microsoft stia maturando nella sua visione di come interagire con i vendor open source”.