San Francisco (USA) – Se la notizia fosse arrivata con un solo giorno di anticipo la si sarebbe facilmente scambiata per un pesce d’aprile. E invece è tutto vero: dopo lunghi anni d’implacabile guerra, due rivali di vecchia data, due colossi del computer business, Sun e Microsoft , si sono avvicinate quel tanto che basta per stringersi la mano e siglare la pace. Inutile dire che si tratta di una novità che sta suscitando una enorme attenzione e che già scuote fortemente il settore.
Si tratta di una pace che, sulla carta, dovrebbe durare almeno 10 anni : un arco di tempo lunghissimo per l’ICT nel quale Microsoft e Sun collaboreranno affinché i rispettivi prodotti server possano “lavorare meglio insieme”. Per costruire le basi di questa inaspettata e clamorosa concordia, le due società si sono accordate per dirimere tutte le cause legali in corso e scambiarsi diverse tecnologie e brevetti.
“Le nostre aziende continueranno a competere strenuamente fra loro, tuttavia questo accordo getta le fondamenta per una cooperazione destinata a portare benefici ai clienti di entrambe le società”, ha dichiarato Steve Ballmer , CEO di Microsoft. “E’ un accordo, il nostro, che riconosce nella ricerca e sviluppo e nella protezione della proprietà intellettuale le fondamenta per la crescita e il successo della nostra industria. Questo è un passo in avanti positivo sia per Sun che per Microsoft, ma i veri vincitori sono i clienti e gli sviluppatori che fanno affidamento sui nostri prodotti e sulle nostre innovazioni”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni del CEO di Sun, Scott McNealy . L’avversario più acerrimo della leadership di Microsoft nel software, il manager che mai ha risparmiato battute e frecciate al colosso di Redmond, ha parlato dell’intesa prendendo addirittura a prestito un termine coniato dalla rivale, quello di “seamless computing” . McNealy ha spiegato che la collaborazione fra le due aziende permetterà agli utenti di “combinare i prodotti di marche differenti e raggiungere il seamless computing in un ambiente informatico eterogeneo”.
Alla base degli accordi fra Sun e Microsoft non ci sono solo promesse e buoni propositi, ma anche soldi, tanti soldi . In particolare, per accomodare le controversie legali con la rivale, Microsoft dovrà pagare a Sun 700 milioni di dollari per le questioni antitrust, 900 milioni per i problemi legati alla violazione di brevetti e 350 milioni per l’acquisizione in licenza di alcune tecnologie. Queste somme di denaro, che verranno pagate nel quarto trimestre dell’anno, rappresentano una vera manna per una Sun che, nel tentativo di risanare i propri conti, ha appena annunciato l’imminente taglio di 3.300 posti di lavoro.
Fra gli impegni che Microsoft si è assunta vi è la continuazione del supporto, all’interno dei propri prodotti, della tecnologia Java . Questo significa che il gigante di Redmond, tornando sulle proprie decisioni, garantirà l’inclusione di una macchina virtuale Java all’interno delle prossime versioni di Windows e di altri software, quali ad esempio Office, Internet Explorer, Visual Studio e SQL Server.
L’annosa questione su Java sembra dunque chiudersi qui. Ecco come.
Nel giugno dello scorso anno Microsoft vinse un processo d’appello contro Sun che la liberava dall’obbligo di includere in Windows XP il supporto a Java. Questa sentenza fu l’ennesimo capitolo di una lunga diatriba legale che, iniziata verso la fine degli anni ’90, vedeva Sun accusare Microsoft di aver tentato, distribuendo una versione parzialmente incompatibile di Java, di “avvelenare” questo standard per favorire la propria tecnologia MS.NET. Sun ha poi successivamente ampliato il fronte della battaglia sottoponendo il “caso Microsoft” ai tribunali antitrust di Stati Uniti ed Europa. Fu proprio Sun a sollecitare l’Unione Europea affinché indagasse sulle pratiche di mercato della rivale, un’indagine poi sfociata, proprio di recente, in una condanna pecuniaria senza precedenti nei confronti del colosso americano.
Sebbene Microsoft abbia negato che il proprio patto con Sun sia correlato alla causa antitrust europea, alcuni analisti sostengono che questa mossa potrebbe spingere la UE a rivedere le proprie accuse e l’appello contro la decisione antitrust di Bruxelles potrebbe portare con sé sanzioni mitigate. Non sembra del resto un caso che, in un comunicato, Sun dichiari che “gli accordi presi con Microsoft soddisfano gli obiettivi seguiti dalla UE attraverso l’indagine antitrust”. L’aver ostacolato l’interoperabilità dei software server di terze parti con Windows era infatti una delle accuse lanciate dalla UE contro il gigante del software.
Interoperabilità che ora Microsoft si è impegnata a raggiungere con le piattaforme di uno dei maggiori colossi del settore server, Sun, e a collaborare con quest’ultima per “avvicinare” le tecnologie Java e MS.NET.
Dal canto suo, Sun darà in licenza a Microsoft alcuni brevetti , fra cui quelli che coprono i protocolli di comunicazione utilizzati in Windows, certificherà i propri server Xeon per Windows Server 2003, e integrerà con quelle della partner le sue tecnologie per la gestione delle identità, l’autenticazione e l’autorizzazione: questo, secondo le due società, renderà ad esempio possibile condividere le informazioni sulle identità fra l’Active Directory di Microsoft e il Java System Identity Server di Sun.
Nell’industria c’è chi vede il patto fra Sun e Microsoft un’alleanza contro due nemici comuni: Linux e IBM . Se è infatti vero che Sun ha investito diverse risorse nella piattaforma open source, avviando progetti come NetBeans.org, OpenOffice.org, JXTA.org e SunSource.net, è altrettanto vero che questa società ha fino ad oggi relegato Linux sui server di fascia bassa (un segmento in cui, fra l’altro, intende rilanciare Solaris x86 ) e, con Java Desktop System , ne ha fatto sostanzialmente un vettore a buon mercato per spingere Java e StarOffice nel settore governativo e sui mercati in via di sviluppo.
“L’accordo è una scellerata alleanza che pronuncia la parola fine su Sun Microsystems come la conosciamo oggi. Questa mossa fa di Sun l’Apple Computer del mondo Unix. McNealy crede che il nemico del suo nemico, Linux, sia suo amico, ma non c’è nulla di più sbagliato”. Queste le parole forti sull’accordo di Ron Herardian, CEO del fornitore di soluzioni open source Global System Services. “Questo non è un’inconcepibile disastro per l’industria, né fermerà Linux: avrà il solo effetto di mettere Sun dalla parte dei perdenti nella battaglia contro Microsoft”.