È il secondo rapporto di trasparenza rilasciato da Microsoft per fare luce sulle richieste dei governi planetari per la consegna di dati e informazioni personali degli utenti legati ai suoi numerosi servizi digitali. Da Outlook.com (ex-Hotmail) a Skype – per il client VoIP è stato pubblicato un documento specifico – l’azienda di Redmond ha gestito un flusso di oltre 37mila notifiche a coinvolgere più di 66mila account .
Nel suo Law Enforcement Requests Report – a coprire la prima parte del 2013, da gennaio allo scorso giugno – i responsabili della Grande M non hanno notato un significativo aumento nella pressione delle singole autorità nazionali. Più del 20 per cento delle richieste inviate dai governi non ha portato ad alcun rilascio di contenuti o informazioni personali, per la mancanza di quest’ultime più che per una effettiva resistenza da parte del colosso statunitense.
In rapporto alla vastità della sua popolazione digitale, gli Stati Uniti comandano la classifica dei governi più impiccioni con oltre 7mila richieste per quasi 19mila account. A seguire, le principali democrazie europee, dalla Francia (4.300 richieste) alla Germania (quasi 5.200). Al secondo posto della classifica si è piazzata la Turchia (6.200 notifiche per oltre 7mila account) che con una popolazione online stimata in 36 milioni ha fatto scattare l’allarme tra gli attivisti per i diritti digitali. L’Italia, invece, ha inoltrato 852 richieste relative a 1172 account.
Per quanto riguarda il servizio VoIP Skype, Microsoft ha ricevuto un totale di 3.500 richieste di consegna dei dati personali – nessun contenuto è stato rilasciato dall’azienda di Redmond – per un volume di 10.500 account. Complessivamente, BigM ha soddisfatto le richieste dei governi nell’82,4 per cento dei casi presi in esame . Anche in questo caso comandano gli Stati Uniti con 978 notifiche e oltre 3.500 account.
Nel frattempo, continuano gli errori nella segnalazione di link pirata agli algoritmi del motore di ricerca Google, dopo che la stessa Microsoft aveva inviato una serie di takedown notice per alcuni tra i suoi prodotti (legali) online. Come rivelato dalla testata specializzata TorrentFreak , i tool automatici di BigM hanno ordinato la rimozione di una pagina Wikipedia sul pacchetto Office 2007 . I responsabili di Redmond stanno investigando sulle attività della società autorizzata al rilascio delle richieste di rimozione dei link.
Mauro Vecchio