Microsoft ha alle spalle una lunga storia di trucchi per convincere gli utenti a usare Edge, e l’ultimo prende di mira ancora una volta agli utenti di Chrome.
All’inizio di quest’anno il browser Edge di Microsoft si è avviato automaticamente sul PC di alcuni utenti e ha importato le schede di Chrome senza consenso. Microsoft si è rifiutata di spiegare il motivo di questo comportamento, per poi risolvere silenziosamente il problema con un update di Edge. Ma sembra che quelli di Redmond non abbiano imparato la lezione e ci stiano riprovando… è in fase di rilascio un nuovo aggiornamento che avvia automaticamente Edge e si offre “gentilmente” di importare le schede di Chrome.
Nuovo update di Microsoft Edge tenta di nuovo l’importazione automatica delle schede Chrome
La scorsa settimana alcuni utenti hanno notato che Edge si è avviato automaticamente sul PC all’avvio e si sono ritrovati una bella notifica che li invitava a “migliorare l’esperienza di navigazione“. Ma c’è di più, l’opzione per importare i dati da altri browser era già bella che selezionata! Per confermare bastava cliccare su un grande pulsante blu, mentre per chiudere quella seccatura bisognava scovare una minuscola X bianca nascosta tra mille fronzoli. Una bella furbata…
Quando The Verge ha chiesto spiegazioni a Microsoft, l’azienda ha fatto spallucce dicendo che è solo una notifica per dare agli utenti la possibilità di importare i dati, con l’opzione di disattivarla. È evidente che Microsoft non si preoccupa di avviare automaticamente Edge sui PC degli utenti e di ingannarli per importare i dati di Chrome. La cosa non sorprende più di tanto, visto che Microsoft mette in atto trucchi del genere da più di quattro anni.
I trucchi anti-Chrome di Microsoft Edge
Da quando ha lanciato la sua versione di Edge basata su Chromium nel 2020, ne ha fatte di cotte e di crude: ha bloccato strumenti come EdgeDeflector, ha tempestato di avvisi chi provava a scaricare Chrome e ha reso un’impresa cambiare il browser predefinito in Windows 11.
Forse Microsoft dovrebbe darsi una calmata, perché a forza di fare i furbi rischia di perdere la fiducia degli utenti. Non solo su Edge e Windows 11, ma anche sui suoi progetti di intelligenza artificiale. Prendiamo il caso di Recall: dovrebbe essere un segnale di allarme per Microsoft, che se continua a tormentarci con i pop-up di Edge, poi non possono pretendere che ci fidiamo a occhi chiusi quando integrano l’AI in Windows.