Microsoft: FBI contro la botnet

Microsoft: FBI contro la botnet

Redmond continua la sua guerra senza quartiere alla botnet Rustock chiedendo aiuto all'FBI per acciuffare il vero responsabile dell'operazione. Intanto si discute del coinvolgimento degli ISP nella lotta ai PC-zombi
Redmond continua la sua guerra senza quartiere alla botnet Rustock chiedendo aiuto all'FBI per acciuffare il vero responsabile dell'operazione. Intanto si discute del coinvolgimento degli ISP nella lotta ai PC-zombi

Microsoft ha abbattuto i server coinvolti nel controllo della botnet Rustock, ma ora da Redmond vogliono che a pagare per i suoi misfatti sia il vero responsabile della gestione della rete malevola spara-spam, un’operazione che all’apice del “successo” generava qualcosa come 30 miliardi di messaggi-spazzatura al giorno.

Microsoft ha già messo una taglia da 250mila dollari sulla testa di tale “Cosma2k”, l’ignoto burattinaio che si celerebbe dietro la botnet abbattuta, e ora ha consegnato tutte le prove raccolte sul caso – hard disk dei server sequestrati inclusi – all’FBI.

Il coinvolgimento del bureau investigativo statunitense si giustifica con la prudenza di Cosma2k: i server usati per il controllo della botnet Rustock sono stati pagati con un giro di denaro online (WebMoney) oppure con banconote consegnate a mano in quel di Mosca, sostiene Microsoft.

E mentre l’FBI rincorre l’ignoto Cosma2k per presentargli il conto di 1,3 milioni di PC infetti in tutto il globo, le autorità USA discutono sull’eventualità di coinvolgere gli Internet provider nella lotta alle botnet: NIST (National Institute of Standards and Technology) e DHS propongono l’istituzione di un “codice di condotta” che preveda (tra l’altro) la visualizzazione di messaggi di allarme sugli schermi dei PC infetti.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
26 set 2011
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