Quando ci affidiamo a Google Maps, Waze o a qualsiasi altra applicazione per la navigazione stradale (ma lo stesso vale anche per i dispositivi dedicati) il servizio calcola la strada più breve, più rapida o più conveniente per raggiungere la destinazione, tenendo conto di parametri e fattori come i profili storici o di velocità, ma senza considerare che indicazioni del tutto simili possono essere fornite in quel preciso momento anche a centinaia di altri automobilisti alla ricerca delle medesima soluzione.
Quantum computing contro il traffico: l’idea di Microsoft e Ford
La conseguenza è che un enorme massa di vetture rischia così di congestionare un’unica strada, ottenendo l’effetto contrario rispetto a quello sperato. Insomma, una forma non troppo intelligente di mobilità. Microsoft e Ford stanno sperimentando un approccio differente ed evoluto per combattere la piaga del traffico che ancora oggi ammorba i grandi centri urbani.
L’iniziativa messa in campo fa leva sulle opportunità legate al quantum computing: la potenza di calcolo offerta da questo tipo di infrastrutture è sufficiente per valutare non solo quale sia il percorso migliore che dal punto A conduce al punto B, ma anche di veicolare informazioni differenti a diversi automobilisti che si muovono verso un’unica direzione.
In altre parole un sistema in grado di smistare il traffico, da remoto e in modo intelligente, agendo con una modalità silenziosa e senza che l’utente finale se ne accorga. Gli esiti dei test finora condotti attraverso apposite simulazioni fanno ben sperare per gli sviluppi futuri. Si è arrivati a considerare un massimo di 5.000 mezzi in movimento contemporaneamente con l’area di Seattle a fare da banco di prova.
Il feedback è positivo: si stima un miglioramento quantificato nel 73% in termini di riduzione di code e ingorghi se confrontato con quanto si ottiene affidandosi ai sistemi attuali che non tengono conto di come le indicazioni stradali vengano fornite a tutti gli occupanti della strada. In concreto i pendolari possono arrivare a ridurre mediamente dell’8% il tempo di percorrenza.