Milano – Gli obiettivi e le ambizioni restano gli stessi, ma Microsoft ha imparato a dosare le forze: la campagna per l’adozione di Windows 10 ha toccato il suo picco, e ora si è assestata su un livello di minore aggressività, spiega il CMO dell’azienda Chris Capossela in una video-intervista rilasciata ai reporter statunitensi. Ci sono stati degli eccessi, ma in buona fede: lo scopo era portare il maggior numero di utenti sulla più moderna e sicura piattaforma in circolazione. Insomma, era tutto a fin di bene.
Le strategie adottate da Microsoft nel corso dell’anno sono state le più disparate: nel corso dei 12 mesi in cui l’aggiornamento a Windows 10 è stato gratuito ci sono state occasioni nelle quali qualche critica si è levata dagli osservatori, come quando nel caso ormai celebre la X per chiudere la finestra invece di annullare il processo di aggiornamento lo programmava. Proprio su quell’episodio torna Capossela, spiegando che nel giro di un paio d’ore al quartier generale avevano capito di aver fatto la mossa sbagliata : “sapevamo di essere andati troppo oltre e a quel punto, purtroppo, ci voleva del tempo per rilasciare un aggiornamento che cambiasse quanto fatto”.
Ci vollero circa due settimane per risolvere la faccenda, due settimane che ovviamente non hanno giovato all’immagine di Windows 10 e di Microsoft: Caposella dice che però “per la maggior parte dell’anno l’abbiamo gestita bene”, riferendosi alla campagna per portare più utenti possibili a Windows 10, soprattutto perché la faccenda ha a che fare con una “prospettiva di sicurezza” che il sistema operativo più recente prodotto a Redmond è in grado di garantire.
Ci sono stati strascichi per la faccenda degli upgrade , con tanto di decisioni in tribunale che hanno previsto il risarcimento in caso di aggiornamenti più o meno consapevoli. Microsoft dice di aver imparato dai propri errori, e di aver corretto la rotta: a oggi Windows 10 si compra assieme a un nuovo PC o è un upgrade a pagamento, quindi il quadro in cui si muove Big M è molto differente. Ciò non toglie che nell’epoca del software che va trasformandosi in servizio è indispensabile per tutte le aziende – Microsoft compresa – adottare un approccio conservativo che garantisca all’utente il controllo sul proprio PC e sul software ivi installato.
Luca Annunziata