Microsoft, futuro Arm per Surface e datacenter

Microsoft, futuro Arm per Surface e datacenter

Microsoft sarebbe al lavoro su processori con architettura Arm sia per i propri datacenter che per i propri Surface: crollano in borsa le azioni Intel.
Microsoft, futuro Arm per Surface e datacenter
Microsoft sarebbe al lavoro su processori con architettura Arm sia per i propri datacenter che per i propri Surface: crollano in borsa le azioni Intel.

Microsoft sta segretamente lavorato a processori Arm propri, pensati anzitutto per i propri datacenter dedicati all’offerta cloud. A tutto ciò il gruppo aggiungerebbe inoltre lo sviluppo parallelo di un processore per l’offerta Surface, andando così sulla scia di quel che Apple ha portato avanti con i propri M1.

Anche Microsoft in orbita Arm

Sul primo fronte v’è l’aspetto presumibilmente più interessante, poiché applicato su quello che è oggi il primo fronte di introiti per il mondo Microsoft: riuscire nell’impresa di sviluppare interi datacenter attorno ad un chip disegnato in-house potrebbe restituire un vantaggio concorrenziale importante nell’ottica di una scommessa di lungo periodo su Azure.

Sul secondo fronte, invece, non bisogna cadere nella tentazione di vedere il rumor odierno come un modo con cui Microsoft va a scimmiottare Apple in quanto fatto su M1: Redmond, infatti, ha già lavorato anzitempo sui chip Arm in collaborazione con Qualcomm ed ogni evoluzione del progetto altro non sarebbe se non un secondo step. Apple ha però infuso molte più energie nel proprio lancio, mentre per Microsoft si è trattata di una iniziativa relativamente timida che ancora attende evoluzioni. Il primo passo prende il nome di SQ 2, processore con architettura Arm ad oggi dedicato espressamente alla linea Surface Pro X.

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Inevitabilmente rumor simili diventano un macigno sulle spalle di Intel: il gruppo ha chiuso la settimana in borsa con un -6% sulla scia della semplice ipotesi per cui Microsoft possa entrare mani e piedi nel mercato dei datacenter (oggi dominato da Intel con posizione di pieno controllo).

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
19 dic 2020
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