Milano – Una pagina senza molti fronzoli e con pochissima grafica, compresa l’immancabile farfallina di MSN: si presenta così in queste ore MSN Search , il nuovo motore di ricerca messo a punto dai più brillanti programmatori e strateghi di Microsoft, un servizio che si candida a diventare l’alternativa a Google . Abbandonate le tecnologie di search sviluppate da terzi, Microsoft ora punta tutto sulle proprie capacità.
Il sistemone è ancora in beta ma è già operativo sui 26 mercati in cui è stato lanciato, compreso quello italiano. I suoi crawler hanno portato alla realizzazione di indici di più di 5 miliardi di pagine web , un dato importante ma non ancora vicinissimo a quello che Google proprio nei giorni scorsi ha dichiarato essere di 8 miliardi di pagine. Lontane dall’essere l’elemento vincente, l’indicizzazione e la capacità di star dietro al continuo rinnovarsi delle pagine web sono però armi fondamentali per vincere la battaglia per la leadership. Uno scontro avviato più di un anno fa, quando Microsoft aveva annunciato l’intenzione di sfidare Google e, più recentemente, quando ha confermato di puntare proprio a scalzare il rivale .
Il search engine di Microsoft è tarato per andare a caccia di pagine web ed indicizzare a parte notizie (grazie al noto Newsbot che nel mondo raccoglie link a quasi 5mila fonti di informazione) e immagini. Come Google, consente di ricercare materiali su tutta la rete o solo in italiano o solo su siti italiani. Ma come funziona esattamente? Tre sono le chiavi usate da Microsoft: il crawler MSNbot, avvistato in rete già dallo scorso luglio , l’Index Generator e il Query Server.
Com’è ovvio, il Generator organizza le informazioni raccolte dal bot, associando ciascuna pagina ad un’ampia serie di criteri e di parole chiave, in modo da velocizzare la ricerca quando l’utente inserisce una keyword nell’interfaccia del motore. La scelta di questi criteri viene basata su diversi parametri: quanto spesso un certo termine appare nella pagina, dove appare sulla pagina e quali sono i termini usati nel titolo.
Proprio come il suo concorrente, anche MSN Search sfrutta una serie di istruzioni sviluppate da Microsoft per dare un ranking ad ogni pagina , ossia una classificazione che ha un effetto diretto su come vengono presentati i risultati delle ricerche agli utenti. Le istruzioni, sottolinea Microsoft, sono numerose ma gli elementi più importanti comprendono la lingua in cui si presenta il sito, quanti altri siti linkano quel sito e persino “la qualità e la quantità dei contenuti”. In questo senso hanno un ranking più alto i siti che sono aggiornati frequentemente, che offrono molti contenuti e che sono linkati da molti altri siti. Qualcuno proprio ieri ha malignato attorno a questa affermazione confrontando i risultati di MSN Search e quelli di Google nel ricercare il termine “browser”.
I risultati vengono forniti dal Query Server, il cui compito è evidentemente quello di associare alle parole inserite nella maschera di ricerca le pagine la cui rilevanza è maggiore per quella richiesta.
Tra i servizi di MSN Search, che nella versione americana presenta già numerosi link sponsorizzati nei risultati di ricerca, sarà attivata anche la possibilità di sfruttare l’equation solver di Encarta per risolvere problemi matematici, proprio come Google calculator . Ed è sempre l’enciclopedia Encarta che, integrata nel servizio di ricerca, potrà offrire approfondimenti su personaggi storici, località geografiche, animali e via dicendo.
La personalizzazione del servizio comprende la possibilità di smanettare sul filtro per i contenuti . Tutto, dalle immagini alle pagine web, può infatti essere “visto” senza filtro, con un “filtro moderato” (che esclude le immagini sessualmente esplicite) o con un “filtro completo” (che boccia il testo a luci rosse e non solo le immagini). Una pagina in inglese descrive scopi, limiti e funzionalità del filtro. Le modifiche al filtro, per esempio per disattivarlo, comprendono anche la dichiarazione formale, in un clic, di essere maggiorenni.
Altri strumenti, come la ricerca avanzata , consentono di dare priorità ai risultati di ricerca in base alla località geografica, paese o regione, alla lingua piuttosto che alle estensioni di dominio. Non solo, per dirla con le parole di Microsoft, “chi ha bisogno di informazioni e numeri attuali darà maggior peso al criterio che cerca i risultati più aggiornati , mentre chi cerca il sito Web ufficiale di un programma televisivo chiederà di avere i risultati più popolari “.
Una serie di servizi di MSN Search non sono disponibili ancora in tutti i 26 paesi. La funzionalità “near me”, pensata per trovare rapidamente servizi che si trovano nell’area di residenza dell’utente, è per esempio attiva nella versione americana ma non ancora in quella italiana. La stessa consultazione di Encarta attraverso formule discorsive (come: “qual è la capitale d’Italia”) rimane ancora un obiettivo da raggiungere.
Se è indubbio che MSN Search si presenta con tutta la potenza che ha saputo dargli la maggiore softwarehouse del mondo, è altrettanto indubbio che scalzare Google sarà un’impresa durissima. Anche perché Google non starà a guardare. Di seguito, uno sguardo sul futuro della disfida dei motori di ricerca.
“Il rilascio di questa beta rappresenta un enorme passo avanti per fornire più velocemente le informazioni che gli utenti cercano online. Con risultati migliori e tool di ricerca più potenti, MSN Search crea un nuovo standard per la ricerca online assicurando ai consumatori la possibilità di trovare le informazioni che cercano nel momento in cui ne hanno bisogno”. Queste sono le baldanzose dichiarazioni di Yusuf Mehdi, uno dei massimi dirigenti di Microsoft, nel giorno del lancio di MSN Search, un giorno nel quale Google non è rimasta a guardare.
Come per sottolineare la propria intenzione di rispondere punto su punto all’avanzata di Microsoft nel settore del search, Google ha infatti annunciato che nelle prossime settimane offrirà agli utenti del proprio servizio di posta elettronica Gmail la possibilità di gestire l’email via POP3 , ossia direttamente da un proprio client di posta elettronica anziché obbligatoriamente dall’interfaccia web.
La scelta di Google, dunque, è quella di premere sull’acceleratore di un servizio, Gmail appunto, che con il suo gigabyte di posta e le particolarissime modalità di diffusione (non è ancora stato lanciato ufficialmente e vi si accede tramite invito) rappresenta certo una spina nel fianco per i progetti di Microsoft attorno ad Hotmail , storico e utilizzatissimo servizio di webmail gratuita controllato dal big di Redmond.
Non solo. Microsoft, il cui Search in beta ancora non offre la grande varietà di servizi che vengono proposti dal rivale, dovrà rincorrere Google anche sul fronte del desktop search . Come noto, infatti, proprio nelle scorse settimane il motorone ha lanciato un tool per la ricerca dei contenuti sul computer dell’utente: sebbene funestato da qualche problema di sicurezza , il Google Desktop Search ha riscosso un immediato successo. A questo si aggiungono le mosse delle comunità dell’open source: le ultime dalla Mozilla Foundation , fucina del browser anti-Microsoft Firefox , indicano la possibilità che il panda rosso venga presto integrato in qualche strumento di desktop search. Quale, non è difficile da immaginare.
A tutto questo Microsoft certamente risponderà, visto che nei prossimi mesi, già entro la prossima primavera, dovrebbe essere annunciata la versione definitiva del suo search. Per riuscire nell’intento l’azienda impiega, per usare le sue parole, “migliaia di ore dei propri migliori sviluppatori e dipendenti di tutto il mondo”. Difficile dire se tutto questo spaventi Google, divenuto ormai un colosso non solo nel mondo del search ma anche in quello del software e nel mondo finanziario. Ma certo gli sforzi di Microsoft non passano sotto silenzio nel quartier generale di Google: la storia insegna che quando Microsoft si mette all’inseguimento di chi è scattato in avanti, non ultima Netscape, in genere lo raggiunge e lo supera.