Microsoft Research ha rilasciato in questi giorni un documento che riassume quello che 45 ricercatori prevedono sarà il futuro dell’informatica e dell’impatto che lo sviluppo tecnologico avrà sugli uomini, in un ipotetico anno 2020.
Il documento si intitola ” Human-Computer Interaction in the year 2020 “, e nel prologo recita: “Le tecnologie dei computer non sono neutrali: dipendono dagli uomini e dai loro valori sociali e culturali. Dobbiamo definire una nuova agenda per l’interazione fra uomini e computer nel ventunesimo secolo, che anticipi e preveda l’impatto della tecnologia piuttosto che limitarsi a reagire”.
Secondo gli esperti, quella attuale è l’era del passaggio ai dispositivi portatili, mentre il 2020 sarà l’era dell’ubiquità . Il termine ubiquità indica la qualità di essere presenti contemporaneamente in ogni luogo. Il riferimento è chiaro: già oggi grazie ad Internet siamo in contatto con quasi ogni parte del mondo in tempo reale. Nel futuro, secondo Microsoft, questo aspetto sarà acutizzato: ogni persona avrà a disposizione centinaia di computer e di dispositivi presenti in ogni luogo – case, automobili, uffici, scuole, strade, piazze, luoghi pubblici – costantemente collegati alla rete, fondando le basi per quella che viene chiamata iperconnettività .
Oggi siamo in grado di memorizzare su dispositivi grandi pochi millimetri la stessa quantità di informazioni contenuta in migliaia di libri. Per Microsoft, con l’aumento delle capacità di storage e la diminuzione delle dimensioni dei dispositivi di memorizzazione si raggiungerà la fine dell’effimero . Tutto potrà essere memorizzato ed archiviato.
Di conseguenza, gli incubi di Orwell tornano inesorabilmente alla luce. Tutte le informazioni saranno registrabili, tutti i nostri movimenti tracciabili, tutte le nostre azioni monitorabili: la paura del Big Brother incalza. Un flusso così enorme di informazioni può avere aspetti positivi e aspetti negativi . Ad esempio, una nostra carta d’identità sanitaria potrebbe informare in tempo reale un ospedale riguardo il gruppo sanguigno, le patologie, la risposta ai farmaci, i decorsi clinici, le allergie e le tolleranze del paziente, facilitando enormemente l’attività terapeutica. Questo è un uso saggio. Ma chi può assicurarci che tutte le informazioni vengano usate solo per scopi leciti? Chi decide chi può avere accesso alle informazioni e l’utilizzo che deve farne? Quis custodiet ipsos custodes ?
I ricercatori Microsoft prevedono anche che saremo sempre più tecno-dipendenti . La tecnologia ha avuto negli ultimi anni un impatto notevole sulle nostre attività quotidiane e sul nostro modo di lavorare, fare la spesa, andare in banca, acquistare, vendere, parlare, avere rapporti sociali. I dispositivi elettronici sono entrati nella nostra vita tanto che già oggi non riusciamo a fare a meno degli elettrodomestici. Per Microsoft, quanto più dipendiamo dalle tecnologie, tanto più dobbiamo renderle affidabili .
Enrico “Fr4nk” Giancipoli