Alan Mulally resta a Detroit: il CEO di Ford, responsabile della rinascita del marchio automobilistico, ha confermato in una intervista che non non intende abbandonare il suo incarico attuale, di fatto tirandosi fuori definitivamente dalla corsa alla poltrona di amministratore delegato Microsoft . A questo punto la ricerca, condotta da Bill Gates e dal resto del comitato apposito nominato dal consiglio d’amministrazione di Redmond, ha subito una battuta d’arresto: e i tempi per una nomina si allungano, probabilmente fino a febbraio o addirittura oltre.
“Vorrei mettere finire alle speculazioni su Microsoft, perché non ho in mente di fare altro che lavorare per Ford”: così Mulally si è tirato fuori dalla vicenda, dopo settimane di voci che lui stesso non aveva smentito. Il nome di Mulally era da subito sembrato uno dei candidati ideali per il trono di Steve Ballmer: il suo programma di riassetto di Ford, intitolato “One Ford”, è stato di chiara ispirazione per quello lanciato da Ballmer appena prima di annunciare il suo ritiro. “One Microsoft” si rifà direttamente e indirettamente alle idee di Mulally, dunque nessuno meglio di lui avrebbe potuto trasformarlo da idea in realtà. Ma il marchio di Detroit non era stato affatto entusiasta di tutta questa attenzione attorno al suo comandante in capo: così a dicembre, secondo le indiscrezioni, Mulally era stato invitato a fare chiarezza in pubblico e in privato . Cosa che ha fatto parlando con Associated Press .
Stando a quanto raccontato da Kara Swisher su Re/code , che riporta le indiscrezioni da lei stessa raccolte tra manager coinvolti nel processo di selezione, ora i tempi si fanno più lunghi: se qualcuno sperava che entro il CES, che si avvia alla chiusura a Las Vegas, ci sarebbe stato un annuncio dovrà ricredersi. Ora si parla di febbraio nella migliore delle ipotesi, anche se all’epoca dell’annuncio del ritiro di Ballmer non venne escluso che ci sarebbero voluti fino a 12 mesi per trovare un sostituto : pertanto la questione potrebbe anche andare per le lunghe , soprattutto perché un pezzo importante della rosa ristretta di nomi papabili si è chiamato pubblicamente fuori dalla contesa.
In lizza restano i nomi già noti. A Redmond lavorano già Satya Nadella, Stephen Elop, Tony Bates, tutti manager già inclusi nella cerchia ristretta che Microsoft starebbe valutando come potenziali CEO. Dall’esterno potrebbero arrivare Patrick Gelsinger di VMWare, Paul Maritz che ha già lavorato a Microsoft (e pure a VMWare) ma che pare non sia interessato, o persino l’ex-Symantec e attuale responsabile della selezione del CEO Microsoft, John Thompson: stando quanto la fonte anonima ha svelato a Re/code , la sorpresa di questa corsa potrebbe essere il selezionatore che nomina sè stesso.
Luca Annunziata