Quando un paio d’anni fa da Redmond avevano fatto sapere di avere per le mani almeno 200 brevetti in grado di condizionare le attività di Linux , in pochi ci avevano creduto. Tutti gli altri, a giudicare da quanto è accaduto, oggi dovranno ricredersi: tra gli otto diversi brevetti inclusi da Microsoft nella sua citazione in giudizio di TomTom , celebre marchio olandese che produce dispositivi per la navigazione GPS, ce ne sono almeno tre che fanno riferimento a Linux. O, per meglio dire, all’utilizzo di tecnologie Microsoft all’interno dell’implementazione del Pinguino sugli apparecchi in questione.
Su questo punto il responsabile legale per la protezione dei brevetti di BigM, Horacio Gutierrez , tiene ad essere preciso: la questione non è che Linux, in generale, violi la proprietà intellettuale della sua azienda. È TomTom che, nel caso specifico , adottando il file system FAT32 nel suo apparecchio ha impiegato delle tecnologie sviluppate a Redmond e attribuite dall’ufficio brevetti statunitense alla stessa azienda, violando quindi le regole: un anno di trattative non è bastato a trovare un accordo per rilasciare queste tecnologie in licenza, e dunque Microsoft ha deciso di passare alle carte bollate.
“La nostra posizione in merito è ed è sempre stata che le licenze d’uso sono il modo giusto di risolvere queste faccende” ha chiarito Gutierrez. Questo non significa che la recente apertura di Microsoft alle metodologie di sviluppo open source (basti pensare a Moonlight ) debbano essere messe in discussione: “Credo che non ci dovrebbe essere alcun dubbio su quali siano le nostre aspettative come azienda – ha aggiunto – Riconosciamo che il software open source è e resterà parte dell’industria”. Ma questo non significa neppure, ha proseguito, che Microsoft non pretenderà il rispetto di quelli che ritiene essere i suoi diritti: “L’apprezzamento e il rispetto per la community dell’open source non sono in contrasto con questa intenzione”.
Come detto, la questione secondo BigM ruota attorno all’utilizzo del file system FAT32 da parte del kernel Linux montato dagli apparecchi TomTom. In particolare, tra i brevetti incriminati ce ne sono due intitolati “Common name space for long and short filenames” ( 5,579,517 e 5,758,352 ), inerenti appunto la gestione dei nomi di file da 32 caratteri in ambienti in grado di supportarne solo 11 (come accadde ai tempi del passaggio da DOS6 a WindowsXP), e un terzo complementare (“Method and System for File System Management Using a Flash-Erasable, Programmable, Read-only Memory”, il 6,256,642 ) che attiene all’utilizzo di memoria flash come archivio.
Tutti e tre questi brevetti coinvolgerebbero Linux. Ma Gutierrez spiega che “La faccenda riguarda solo le violazioni commesse da TomTom” e non il kernel Linux in generale, e si tratterebbe soltanto “del normale corso di un rapporto di affari tra due aziende”: il Pinguino “non è il punto focale delle rivendicazioni”, e Gutierrez esclude pure che si stia preparando un’azione legale di massa per tutte le aziende che utilizzano il kernel Linux. “Non è davvero quello che abbiamo in mente” ha aggiunto.
Sia come sia, la faccenda apre nuovi scenari sulle possibili dinamiche dei rapporti tra Microsoft e il mondo open source in futuro. Negli ultimi anni BigM ha stretto diversi accordi con aziende che utilizzano Linux per la propria offerta commerciale, come quello molto discusso con Novell , e sebbene appaia improbabile che d’ora in avanti da Redmond inizino a fioccare denunce per tutti coloro che utilizzano Linux, startup e non dovranno senz’altro tenere conto di un fattore in più all’atto di dare corpo ai propri progetti.
Tornando al presente, Gutierrez si dice fiducioso sul prosieguo di questa azione legale, che nelle prossime settimane potrebbe anche causare una interruzione nella commercializzazione dei navigatori olandesi visto che Microsoft ha presentato una denuncia anche presso l’ International Trade Commission statunitense. “TomTom è una azienda molto rispettata e importante – ha concluso – Restiamo certi di poter risolvere al più presto questa situazione con un accordo di licenza per questa proprietà intellettuale”.
Luca Annunziata