Dopo una prima indignata reazione spontanea, il colosso di Redmond cambia idea riguardo l’hacking di Kinect e mette da parte la politica ostruzionista riguardante i driver open source che provano a rendere compatibile la tecnologia del magico sensore Xbox, anche su PC e Mac.
Come noto, con l’arrivo della periferica Microsoft si è scatenata una vera e propria febbre da “modifica”. Adafruit Industries ha messo una taglia sui segreti di Kinect. Un ingegnoso ragazzo spagnolo è riuscito a scrivere una libreria Linux che permette di percepire la profondità e processare le immagini RGB, anche su PC, e un ingegnere di Google si è messo ad incitare gli hacker al grido di “più applicazioni originali per tutti”.
Inizialmente, Microsoft non l’ha presa proprio benissimo. La prima dichiarazione a riguardo lasciava anzi presagire l’arrivo di una bufera. Ora, però, sembra che le acque si siano calmate. In una spiazzante intervista radiofonica rilasciata venerdì scorso, il responsabile Xbox, Alex Kipman, arriva ad invertire totalmente la posizione dell’azienda che ora addirittura si congratula per la creatività dell’hack.
Secondo Kipman, se non si parla di pirateria software o di modifiche finalizzate a danneggiare l’azienda, il problema non sussiste. Per il momento, qualcuno ha semplicemente sviluppato un driver open source per PC che apre la connessione USB e permette di leggere gli input in arrivo dal sensore. E utilizzare la periferica per scopi “alternativi”, restando nella legalità, va anche bene.
In ogni caso, sembra che mamma Microsoft avesse già previsto tutto: l’interfaccia di Kinect è stata lasciata appositamente senza protezione, per una scelta di design . Adafruit sorride sull’accaduto e si complimenta con tutti i membri della comunità open source che hanno compiuto il miracolo di far cambiare idea a Microsoft, nel giro di pochissimi giorni.
Nel frattempo, qualcuno si è divertito a testare la capacità di “riconoscimento corporeo” del nuovo dispositivo MS. Ne è venuto fuori che Kinect non è in grado di censurare un nudo integrale, durante una video-chat, e che non riconosce le pornostar famose mascherate da procione.
Roberto Pulito