La Corte federale tedesca specializzata in brevetti ( Bundespatentgericht ) ha invalidato il titolo EP0618540 con cui Microsoft aveva rivendicato il metodo “spazio comune per i nomi di file lunghi e brevi”, sistema di memorizzazione dei file denominato File Allocation Table (FAT).
Nonostante le modifiche proposte da Redmond, il giudice ha rilevato che gli elementi individuati come innovativi non hanno un altro requisito di brevettabilità: quello tecnico.
La normativa europea in materia di brevetti, infatti, non proibisce la brevettabilità del software, come si pensa, ma solo dei programmi “in quanto tali”: così, l’Ufficio brevettuale europeo e gli organismi chiamati a giudicare della validità di un titolo brevettuale si sono affidati al requisito tecnico per distinguere questi software “in quanto tali” (protetti eventualmente con il diritto d’autore) da quelli che hanno effetti tecnici ulteriori e quindi sono meritevoli di essere protetti con brevetto.
Microsoft può ricorrere in appello, e lo farà: si tratta di uno dei brevetti in forza del quale ha stretto accordi di licensing con il 70 per cento dei produttori di dispositivi con sistemi operativi mobile di Google , tra cui Samsung, Pegatron, HTC, Boby, Aluratek OnkyoCorp, Velocity Micro, Dynamics Itroniz, Acer, Viewsonic e Wistrong.
Tutte queste aziende erano accusate da Microsoft di impiegare tecnologia da essa rivendicata e violata da Android e Chrome OS: i produttori hanno preferito evitare un procedimento legale ed hanno così accettato di sottoscrivere gli accordi di licensing voluti da Microsoft (riconoscendole royalty per ogni Androide che arriva sul mercato).
Tuttavia Barnes&Noble e Motorola, acquisita da Google, hanno resistito alla richiesta di Redmond ed ora potrebbero avere nella sentenza tedesca un’arma fondamentale per spuntarla anche in altri tribunale europei. Dal momento che la normativa statunitense in materia di brevetti proprio sui software presenta molte differenze rispetto a quella europea, difficilmente la sentenza tedesca potrà avere effetti nelle cause che si terranno sull’altra sponda dell’Atlantico.
Claudio Tamburrino