Un lungo post , scritto dal general manager Dean Hachamovitch, attualmente a capo della squadra di sviluppatori impegnati su Internet Explorer 8. Un’occasione per spiegarsi, per chiarire alcuni punti su InPrivate Filtering , ovvero la feature del browser made in Redmond finita tra di recente tra le pagine del Wall Street Journal .
Un dibattito interno sarebbe avvenuto nel 2008, quando gli alti rappresentanti del marketing e dell’advertising di BigM l’avrebbero spuntata sugli stessi sviluppatori di IE8, desiderosi di rendere il nuovo browser all’avanguardia per quanto concerne la tutela della privacy online.
Ma non esisterebbe una feature perfetta, non per una tutela ottimale della riservatezza degli utenti . Almeno secondo Hachamovitch, che ha ora offerto il punto di vista ufficiale di Microsoft all’interno di un post apparso sul blog ufficiale di Internet Explorer. Alcune delle tecnologie attualmente utilizzate per il tracciamento sarebbero allo stesso tempo essenziali per molte funzionalità basilari online.
E non sarebbe così ovvio distinguere tra un beacon e un contenuto web utile per la navigazione, dal momento che il modo in cui tecnologie di tracking e anti-tracking interagiscono tra loro assomiglia molto ad un fumetto della serie Spia contro Spia . Hachamovitch ha dunque sottolineato come InPrivate Browsing proceda alla rimozione delle informazioni dalla Cronologia una volta chiusa la sessione .
In definitiva, le persone vorrebbero – secondo la visione del general manager di BigM – una corretta funzionalità del web, ma allo stesso tempo una privacy ottimale. Un connubio che pare dunque rivelarsi come un paradosso. Gli utenti di IE8 avranno comunque la possibilità di scegliere il livello di tutela preferito, impedendo che i loro dati vengano inviati a siti terzi che non hanno visitato direttamente .
Mauro Vecchio