Microsoft: la sai quella delle pecore elettriche?

Microsoft: la sai quella delle pecore elettriche?

Redmond vuole insegnare ai computer a riconoscere le battute che fanno ridere. E per farlo sta collaborando con il New Yorker
Redmond vuole insegnare ai computer a riconoscere le battute che fanno ridere. E per farlo sta collaborando con il New Yorker

Microsoft sta lavorando per insegnare ad un’intelligenza artificiale a riconoscere cosa è divertente e cosa no .

Un tentativo simile era stato portato avanti qualche anno fa da alcuni ricercatori israeliani che – a partire dall’analisi di tweet e commenti su Amazon – cercavano di sviluppare un algoritmo che riconoscesse le formule lessicali e lo stile più comunemente usato per fare del sarcasmo.

L’approccio di Microsoft sembra più autoriale: si è rivolta direttamente al New Yorker ed al suo editor che opera nell’ambito dei fumetti, che ogni settimana deve fare una selezione tra le oltre mille vignette che riceve tra le proposte di pubblicazione. A guidare la sperimentazione c’è Dafna Shahaf, che ha cercato di istruire la AI a trovare l’opzione più divertente tra quelle offerte su un tema simile.

Il primo ostacolo è derivato dalla tecnologia di riconoscimento di immagini a disposizione: essa arriva a distinguere gli oggetti di una fotografia, non quelli di un disegno. Così i ricercatori hanno dovuto descrivere i contenuti riprodotti in ogni vignetta ed il relativo contesto impiegando parole per illustrare verbalmente il contesto e parole per evidenziare gli elementi divergenti da esso. Poi hanno dovuto individuare quale fosse, effettivamente, la risposta più divertente tra le diverse chiusure offerte ad una battuta: per farlo hanno utilizzato il crowdsourcing, chiedendo ai collaboratori di Mechanical Turk di Amazon di mettere in ordine di gradimento le soluzioni più divertenti.

Per il momento il sistema AI sviluppato da Microsoft arriva a scegliere l’opzione riconosciuta come più divertente in più di metà delle occasioni (55,8 per cento) ed in questa impostazione può essere impiegato dall’editor del New Yorker per scremare circa la metà delle oltre 5mila battute che riceve ogni settimana , affidando alle persone della redazione un compito decisamente più agevole.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 ago 2015
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