Su una cosa soltanto tutti gli analisti sembrano concordi: se Yahoo non riuscirà nei prossimi mesi a convincere il mercato di aver fatto la cosa giusta, allora il suo titolo potrebbe subire un tracollo. Il motivo sta naturalmente nella decisione dei dirigenti della net company di rifiutare l’acquisizione proposta da Microsoft , ovvero di fare a meno di un’operazione da 46 miliardi di dollari . Una scelta complicata: non appena si è saputo che Microsoft aveva deciso di non sottostare alle richieste di Yahoo e di non tentare neppure una scalata ostile alla proprietà, il titolo di Yahoo ha perso punti, segno dell’incertezza che viene attribuita al suo futuro, incertezza alimentata anche dal fatto che alcuni importanti azionisti, nelle scorse settimane, avevano espresso il proprio interesse nell’offerta di Microsoft.
Ad ogni modo, come scriveva sabato il CEO di Microsoft Steve Ballmer al suo omologo in Yahoo Jerry Yang, “chiaramente si tratta di una operazione che non s’ha da fare”. Il motivo è la valutazione del titolo di Yahoo! , con Microsoft disposta a portare la propria offerta a quota 33 dollari per azione, ben oltre l’ offerta originaria ma anche molto al di sotto di quei 37 dollari che la dirigenza di Yahoo sembra considerare imprescindibili.
Ma, come osservano alcuni, è difficile ridurre l’allontanamento che sembra definitivo delle due aziende ad una questione di valutazione del titolo: la valutazione è rilevante, anzi di più, ma ad aver giocato a sfavore di una operazione di questo genere è anche il comportamento tenuto da Yahoo , che ha infastidito Redmond. Lo ha scritto proprio Ballmer, che focalizza la propria lettera a Yang sugli accordi che Yahoo va intessendo con Google sotto il profilo della raccolta pubblicitaria: sono intese che non piacciono a Microsoft perché daranno adito – diceva Ballmer – a problemi regolamentari che Microsoft non vuole ereditare con l’acquisizione. Inoltre, secondo il CEO di Microsoft tradiscono un comportamento che svaluta punti forti di Yahoo come la piattaforma pubblicitaria Panama. Con accordi di questo genere con “il motore di ricerca dominante”, cadrebbe anche la capacità di BigY di tenere a sé sviluppatori e ingegneri di talento , fondamentali in previsione di una fusione tra le aziende. Non solo: l’alleanza pubblicitaria con Google si tradurrebbe in un consolidamento dello share di mercato già impressionante di quest’ultima, a cui, secondo Ballmer, finirebbero per essere date le chiavi dell’intero business pubblicitario di Yahoo.
“Credo ancora – chiudeva poi Ballmer – che anche oggi la nostra offerta rimanga la sola alternativa che possa offrire ai tuoi azionisti un pieno ed equo valore. Avendo scelto di non firmare l’accordo con noi, tu e i tuoi azionisti avete rinunciato ad un valore di prima grandezza”. Quella di Ballmer è una chiusura che suona per molti versi come un avvertimento che alcuni analisti, come accennato, peraltro condividono: Yahoo viene da molti trimestri di difficoltà sul mercato, sia a livello di entrate che di quote, e non tutti sono disposti a scommettere sulla sua capacità di invertire la rotta. Solo due giorni prima della presentazione della proposta di acquisto di Microsoft lo scorso gennaio, i dati di Yahoo non sembravano proprio disegnare un 2008 in rialzo.
Eppure, com’è peraltro ovvio, proprio Yang ha risposto a Ballmer nel giro di poche ore, ribadendo la correttezza della propria posizione ed anzi rilanciando il processo di ristrutturazione di Yahoo , che da tempo si affida al suo fondatore per trovare la via tra i colossi Google e Microsoft. “Sono incredibilmente orgoglioso del modo in cui il nostro team si è comportato negli ultimi tre mesi – ha dichiarato Yang – Questo negoziato ha sottolineato la nostra posizione strategica, unica e di grande valore. Potendoci lasciare alle spalle la distrazione della proposta non richiesta di Microsoft, saremo in grado di focalizzare tutte le nostre energie nella più importante transizione nella nostra storia, cosicché si possa massimizzare il nostro potenziale a vantaggio dei nostri azionisti, dipendenti, partner e utenti”.
Nella nota ufficiale con cui Yahoo ha preso atto della lettera di Ballmer, la dirigenza del portalone ha ribadito la propria convinzione “che l’offerta di Microsoft sottovaluti l’azienda”. “Yahoo – ha scritto la Board – produce profitti, cresce e sta adempiendo al suo piano strategico per catturare le grandi opportunità sul mercato relativamente giovane della pubblicità online. I nostri risultati per il primo trimestre 2008 e l’aumento del cash flow per il 2008 dimostrano i progressi che stiamo compiendo”.
Ballmer e Yang si erano incontrati lo scorso mercoledì per disegnare un possibile scenario di acquisizione, un incontro che sembrava essersi concluso con un avvicinamento che avrebbe potuto portare ad un accordo. In realtà la distanza è rimasta, né Microsoft ha alcuna intenzione di tentare la via dell’ offerta di acquisto ostile : significherebbe mettersi contro il management di Yahoo e dar tempo all’azienda di diventare un boccone indigesto per il colosso di Redmond. Una eventualità a cui accenna lo stesso Ballmer: “È per me chiaro che non sarebbe responsabile per Microsoft portare la nostra offerta direttamente ai vostri azionisti. Questo approccio comporterebbe senza dubbio una gara di rilanci protratta nel tempo e probabilmente un’offerta di scambio. I nostri incontri con voi ci hanno portato a ritenere che, nel frattempo, voi fareste dei passi che renderebbero Yahoo un acquisto indesiderabile per Microsoft”.
Questi tre mesi di trattative, chiosano alcuni esperti, hanno fatto bene solo a Google . Rob Enderle , analista finanziario di Silicon Valley, ha dichiarato che “Microsoft ha fatto la cosa giusta, è andata avanti. Il valore del titolo di Yahoo verrà giù come una pietra”. Valutazioni che non piacciono a Yang, secondo cui tra il 2009 e il 2010 i profitti di Yahoo invece saliranno, e non poco, si parla del 25 per cento, grazie all’espansione del network pubblicitario e dei nuovi tool di promozione. Yang ha convinto di questo la sua Board, nei prossimi mesi dovrà convincere anche tutti gli altri, anche quegli analisti che proprio non vedono la possibilità di una simile rinascita da parte di Yahoo.