Nel network di sviluppatori Microsoft si torna a parlare di H.264 , e del perché il codec licenziato dall’ MPEG LA rappresenti la scelta migliore quando si vuole implementare il supporto ai tag video di HTML 5. Dopo il post precedente sullo stesso argomento, il blog ufficiale di Internet Explorer ribatte sullo stesso tasto e afferma: scegliere H.264 ci permette di costruire una piattaforma certa e prevedibile soprattutto in merito alle questioni legali .
Anche Microsoft dunque, come già Apple prima di lei , è convinta del fatto che l’atmosfera legale intorno ai codec “alternativi” (tra le righe si legge Ogg Theora) sia al momento poco chiara , foriera di un possibile scontro legale che in futuro potrebbe trascinare in tribunale i supporter dei suddetti formati con tutte le conseguenze del caso.
H.264, al contrario, “fornisce la migliore certezza e chiarezza in merito ai diritti legali in mano alle tante società che possiedono brevetti in questo settore”. H.264 è figlio di un processo di standardizzazione “industriale” che viene da lontano, si legge sul blog di IE, e anche se la certezza assoluta non esiste per sviluppare un browser web non è possibile accontentarsi di qualcosa di meno .
Dean Hachamovitch, autore del post, prende poi in esame la posizione di Microsoft all’interno dell’MPEG LA rivelando che sì, Microsoft trae guadagno dalle licenze concesse dal consorzio sui codec multimediali, ma paga a sua volta il consorzio quasi il doppio di quanto riceve. E comunque stiano tranquilli gli utenti preoccupati della propria esperienza web, il pieno supporto di IE9 ai plugin permetterà di utilizzare senza problemi Flash di Adobe e piattaforme di content delivery similari.
Flash è una piattaforma a tutto tondo , conferma e sottolinea Dan Rayburn, e tutto questo chiacchiericcio che vede contrapporsi H.264 e Flash andrebbe ridimensionato perché il primo – che è soltanto un codec video – non potrà mai e poi mai scalzare, da solo, Flash dalla sua posizione di mercato.
Con Flash i provider possono fare un po’ quel che vogliono dei loro contenuti, dice Rayburn, inclusi gestire una piattaforma di tipo client-server, trasferire audio, variare il bit-rate in proporzione alla qualità, proteggere i dati con restrizioni DRM e parecchio altro. E Flash non ha problemi a decodificare H.264, posto che sul sistema sia disponibile il giusto wrapper .
Ritorna poi sulle parole di Jobs Leonardo Chiariglione, fondatore del gruppo MPEG, che ha qualcosa da dire sulle espressioni che il vate di Cupertino avrebbe utilizzato a proposito degli “standard aperti” e quelli royalty-free od open source. “Mi sembra ragionevole definire open , come fa Jobs – dice Chiariglione – uno standard che si può usare senza dover chiedere un’autorizzazione specifica, indipendentemente dal fatto che l’accesso alla risorsa sia a pagamento oppure gratis”.
Alfonso Maruccia