Microsoft, martello del ban contro lo scareware

Microsoft, martello del ban contro lo scareware

Redmond annuncia un importante modifica alla policy di sicurezza interna, che ora mira a difendere gli utenti anche dal software pensato per "spaventarlo". Una mossa che probabilmente arriva con qualche decennio di ritardo
Redmond annuncia un importante modifica alla policy di sicurezza interna, che ora mira a difendere gli utenti anche dal software pensato per "spaventarlo". Una mossa che probabilmente arriva con qualche decennio di ritardo

Dal primo marzo l’ecosistema Windows sarà maggiormente protetto contro lo scareware , ha annunciato Microsoft, con Windows Defender e gli altri tool di sicurezza della corporation impegnati a identificare – e augurabilmente rimuovere – tutta quella categoria di software che vuole spingere l’utente meno smaliziato ad acquistare un tool “premium” per risolvere problemi immaginari.

Programmi di pulizia del Registro e di ottimizzazione , adaware, antimalware: la categoria dello scareware è ricca di esemplari di software potenzialmente indesiderato (PUP) che invita l’utente a eseguire una scansione “gratuita” sul sistema; invariabilmente, alla fine della scansione il PC risulta per questi tool infetto e pieno di problemi, e l’unica, presunta soluzione consiste nell’acquistare la versione completa o “premium” del tool per effettuare le riparazioni necessarie.

Si tratta di una vera e propria intimidazione ai danni degli utenti di Windows, che da tempo ormai devono mettere in conto di incappare in questo genere di minaccia magari durante la semplice navigazione di un sito Web. Ovviamente, nella (quasi?) totalità dei casi gli allarmi visualizzati dallo scareware sono del tutto falsi e privi di fondamento.

La policy di identificazione del software malevolo o indesiderato di Redmond è stata aggiornata per riservare allo scareware e ai PUP il trattamento che meritano , e dal primo marzo lanciare allarmi in maniera esagerata e richiedere pagamenti aggiuntivi per la soluzione porterà inevitabilmente alla rimozione del tool incriminato.

La messa al bando dello scareware su Windows è naturalmente una misura più che benvenuta, anche se questo genere di software è in circolazione da sempre e la decisione di Microsoft arriva forse troppo tardi e fa troppo poco: scareware e PUP sono già ampiamente trattati come meritano dagli antivirus e dagli antimalware più usati e “legittimi”.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
6 feb 2018
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