D’ora in poi sarà più facile “convertire” una distro Linux per farla girare su Windows 10 , un’opzione che non è più una novità da tempo grazie all’introduzione della tecnologia Windows Subsystem for Linux (WSL) e che diventa ancora più accessibile grazie all’ultima “donazione” di Microsoft alla community dell’open source.
La corporation di Redmond ha infatti distribuito la versione FOSS di WSL DistroLauncher Sample , ovvero l’implementazione standard dell’applicazione pensata per installare una distro Linux su Windows tramite WSL. Un progetto scritto in C++ che è “attivamente mantenuto” dal team di programmatori Microsoft che si occupa direttamente di WSL.
L’obiettivo del sample reso pubblico da Redmond consiste nel rendere più facile e accessibile il porting di una qualsiasi distribuzione Linux sotto Windows 10/WSL, così da permettere agli sviluppatori interessati di distribuire una distro tramite lo Store Windows o di farla girare in locale su una macchina usata per lo sviluppo.
Resta quindi centrale il ruolo dello Store ufficiale di app UWP , meccanismo di distribuzione attraverso il quale vengono oggi rilasciate le distro compatibili con WSL, mentre i singoli sviluppatori a cui non interessa intraprendere il processo di collaborazione con Microsoft possono installare Linux senza passare dallo Store tramite sideloading .
Sia come sia il nuovo sample rappresenta l’ennesima apertura di Redmond all’open source e al kernel del Pinguino, un modo per corteggiare gli sviluppatori mentre altrove la corporation non sembra altrettanto interessata a servire le necessità di utenti comuni e power user.
In questi giorni ha infatti lasciato il suo incarico Terry Myerson , responsabile principale della divisione Windows and Devices Group che ha lavorato in Microsoft per gli ultimi 21 anni. Secondo le speculazioni, l’addio di Myerson rappresenta un passo importante verso il declassamento di Windows nelle priorità aziendali per il prossimo futuro.
D’altronde il CEO Satya Nadella lo va dicendo da anni, che Microsoft deve diventare una corporation focalizzata “sul cloud e sul mobile” (pur limitata alle app Android in quest’ultimo caso): concentrare le risorse su Azure, le app e l’intelligenza artificiale porterebbe secondo le speculazioni a una capitalizzazione di mercato di oltre un migliaio di miliardi di dollari. Poco importeranno, a quel punto, le polemiche e le lamentele di chi avrebbe solo bisogno di un sistema operativo per computer senza propaggini “cloud” integrate di sorta.