Washington (USA) – Microsoft è monitorata costantemente dal Dipartimento di Giustizia statunitense affinché non vengano infrante le normative anti-trust. Martedì scorso è rientrato un “allarme” riguardante un “fantomatico” contratto di licenza per Windows Media Player redatto per i produttori di player portatili. In pratica le aziende sottoscrittrici non avrebbero potuto completare i propri pacchetti software, allegati ai dispositivi, con altri player multimediali se non quello fornito da Microsoft. Un’eventuale protesta sarebbe stata punita con il ritiro della licenza.
Un produttore – di cui non è stato diffuso il nome – ha segnalato la cosa al Dipartimento di Giustizia che ha convocato i legali del gigante di Redmond. All’ammissione della “svista” le accuse sono decadute; in dieci giorni l’errore è stato corretto. I portavoce di Microsoft hanno dichiarato che “il contratto non è esclusivo e se i produttori vogliono aderire al programma di licenza sono comunque liberi di includere ogni tipo di software che desiderano”.
La Corte ha creduto nella buona fede di Microsoft e nel documento ufficiale che ha chiuso la vicenda ha redatto: “Anche se le indicazioni presenti sulla copia facevano riferimento all’esclusività della licenza, Microsoft è intervenuta immediatamente nella correzione; i querelanti non credono vi sia bisogno di un ulteriore intervento”.
Gli specialisti legali del settore, interpellati da varie testate giornalistiche, hanno confermato che, se non fossero intervenute le modifiche, si sarebbe trattato di una grave violazione della normativa antitrust. Microsoft ha dichiarato che il contratto è stato corretto dai legali e ha sottolineato che ha già avviato un’azione affinché questi incidenti possano essere scongiurati in futuro. “Comunque si trattava solo di una bozza, e non di un contratto vero e proprio, per valutare le reazioni dei produttori”, ha dichiarato Stacy Drake, portavoce di Microsoft.
Il programma di licenze fa parte, comunque, della nuova campagna “easy start”, una soluzione che dovrebbe agevolare Microsoft nella conquista di share di mercato in uno dei settori più competitivi del momento.
“C’è un vantaggio evidente nel creare un legame fra i portali di musica a pagamento e i player. Provarci è comprensibile. Che lo permetta la legge è un altro discorso”, ha dichiarato Nitin Gupta, analista presso Yankee Group . “La cosa più difficile è diventare un portale, quindi Microsoft e i suoi partner non dovrebbero eguagliare la stessa verticalizzazione che c’è fra Apple Ipod e iTunes, ma conquistare i consumatori che ne sono rimasti fuori”.
Dario d’Elia