Microsoft ha fatto nuovamente causa a Motorola: la nuova azione legale , tuttavia, non chiama in causa i dispositivi mobile che montano Android, ma brevetti relativi a connessioni WiFi e video utilizzati dalla querelante stessa .
Certo, se quello che cercava Motorola a Redmond era la distensione per tornare ai buoni rapporti di un tempo, sarà rimasta delusa dall’ aggressiva strategia di Microsoft, che non deve essersi accontentata delle dichiarazioni concilianti su Windows Phone 7.
La causa depositata presso la corte federale di Seattle si discosta dalle azioni legate alla proprietà intellettuale recentemente portate avanti nel settore ICT: secondo l’accusa Motorola sarebbe colpevole non di aver infranto brevetti di altri, ma di aver chiesto troppo per la concessione in licenza di suoi brevetti attinenti a video codec H.264 e varie estensioni della tecnologia WiFi. E avrebbe così violato i termini del RAND, il Reasonable and Non Discriminatory Licensing .
Microsoft utilizza nella Xbox entrambe le tecnologie chiamate in causa , e per esse avrebbe regolare licenza: il problema è che, pur teoricamente appartenenti ad un patent pool comune per tecnologie WLAN e video H.264 che impone tra l’altro di rilasciarle con licenze conformi termini RAND (che parlano di “condizioni ragionevoli e non discriminatorie”), Motorola avrebbe chiesto per esse royalty superiori a quanto da questi previsto.
Tali impegni di “ragionevolezza”, che avrebbero valore vincolante, sarebbero stati assunti da Motorola con l’ IEEE , associazione che fa da intermediario nello stabilimento di standard tecnologici, e l’ ITU ( International Telecommunication Union ), l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la collaborazione per quanto riguarda le telecomunicazioni.
“Motorola sta chiedendo royalty del tutto spropositate rispetto ai possibili calcoli effettuati sui brevetti interessati” e avrebbe “scelto di discriminare la linea Xbox di Microsoft – ma coinvolti sarebbero anche altri suoi prodotti come Windows 7 e Windows Phone 7 – chiedendo royalty fuori misura”.
Kirk Dailey, vice presidente della divisione che si occupa di proprietà intellettuale di Motorola, ha affermato , in una lettera portata a testimonianza da Redmond, che le royalty dovute devono essere calcolate sul prezzo del prodotto finito e non su quello della componente software in essi impiegato, mentre per Microsoft “il costo di queste componenti software e delle parti hardware ad esse collegate sono solo una piccola frazione del costo totale dei prodotti interessati”.
Per far valere la propria tesi Microsoft ha chiesto alla corte di valutare il rispetto da parte di Motorola degli obblighi presi con IEEE e ITU, chiedendo inoltre di definire il livello di royalty dovuto , stabilendo il compenso dovuto a Microsoft per la violazione contrattuale di Motorola.
Claudio Tamburrino