Fu Internet Explorer che contribuì ad aizzare (assieme a tutto il resto) i guardiani antitrust di Washington contro Microsoft, ed è sempre Internet Explorer a mettere di nuovo in moto lo stesso meccanismo legale nel Vecchio Continente: con un documento pubblicato venerdì scorso, la Commissione Europea ha accusato Redmond di violazione delle norme antitrust per l’inclusione del proprio browser nel suo sistema operativo Windows.
La Commissione per il momento ha formulato solo un giudizio preliminare sulla faccenda, e ha inviato a Microsoft le proprie obiezioni sulla presunta pratica monopolistica della società dandole otto settimane di tempo per studiarle e rispondere. Qualora la risposta non fosse soddisfacente e le accuse venissero confermate, Microsoft si troverebbe costretta ad affrontare l’ennesimo imprevisto giudiziario nel suo già travagliato rapporto con le autorità dell’Unione, che al momento includono una mega-multa già comminata e un possibile nuovo procedimento riguardante i prezzi del software.
Le motivazioni che hanno portato la Commissione a formulare le obiezioni vertono sui presunti effetti negativi della stretta integrazione di IE con i sistemi operativi della famiglia Windows, una integrazione che secondo l’UE “impedisce l’innovazione dei prodotti e in definitiva riduce la scelta per i consumatori”. Ora come otto anni fa , dice l’Unione, Microsoft stritola il mercato e la concorrenza con i suoi prodotti , trattandosi nel caso specifico del mercato dell’acceso al web e alla ricca offerta di prodotti e servizi che ruota intorno alla connettività globale.
BigM al momento è in fase di riflessione e sta studiando le carte inviatele da Bruxelles, ma considerando il pericoloso precedente della multa da 800 milioni di euro già comminata dalla Commissione, è difficile pensare che questa volta vada come nel 2002, quando l’azione dell’antitrust statunitense si rivelò non essere poi così incisiva nel fare le pulci all’azienda leader dell’IT mondiale. Se il giudizio preliminare della UE verrà confermato, Microsoft verrà invece multata e costretta a modificare radicalmente la propria condotta, dovendo in pratica mettere mano alla stessa natura dell’interfaccia grafica di Windows (integrata in maniera totale con le librerie del browser IE) per salvaguardare una reale concorrenza nel campo dei browser di rete.
Va detto, in ogni caso, che lo scenario odierno dei browser è molto diverso rispetto ad alcuni anni fa , con IE che perde costantemente terreno e Mozilla Firefox che ha superato la soglia psicologica del 20 per cento di market share. Il mercato è insomma più aperto alla concorrenza rispetto al passato, ma alla UE questo evidentemente non basta per giustificare come legittima la percentuale ancora preponderante di utenti legati a Internet Explorer nonostante le alternative.
Alfonso Maruccia