La risposta ufficiale di Microsoft era giunta tempestivamente: impossibile perdonare qualsivoglia attività di modifica delle tecnologie made in Redmond . “Modifiche” come quelle apportate dal giovane hacker spagnolo Hector Martin, che poco prima si era assicurato i 3mila dollari messi in palio da Adafruit Industries .
Obiettivo del singolare contest , programmare un driver open source – clonato dall’originale – che rendesse compatibile la nuova periferica Kinect con piattaforme e sistemi operativi diversi da quelli di casa Microsoft . Hector Martin era riuscito a vincere il primo premio mettendo a punto una sua versione del codice, addirittura già disponibile per il download.
La vittoria aveva mandato l’azienda di Redmond su tutte le furie. BigM avrebbe lavorato a stretto contatto con le forze dell’ordine e gli esperti in sicurezza per assicurarsi che il suo nuovo sensore restasse a prova di manomissione . Una posizione in seguito ammorbiditasi : il lavoro di Martin non avrebbe modificato alcunché , né a livello software né a livello hardware.
Gli utenti dovrebbero tuttavia utilizzare il sensore solo ed esclusivamente su Xbox 360 , dal momento che Microsoft non ha incoraggiato usi alternativi. C’è ovviamente chi ha sottolineato come si tratti di suggerimenti destinati a cadere nel vuoto: la forza di Open Kinect risiederebbe nei suoi possibili usi al di là della console di Microsoft.
La stessa azienda di Redmond ha recentemente portato alla luce alcuni significativi dati statistici . L’intera comunità dei gamer di Xbox 360 trascorrerebbe solo il 60 per cento del tempo impegnandosi nelle più classiche attività videoludiche. La fetta temporale rimanente verrebbe invece sfruttata per le più disparate attività, dal social networking all’ascolto di musica, fino alla visione di film in streaming su Netflix.
Microsoft fa tesoro di queste informazioni, e sembra così orientata verso lo sfruttamento della periferica Kinect in ambiti come quello delle videoconferenze. Da questo punto di vista potrebbe effettivamente concretizzarsi un paragone tra il sensore di BigM e l’impianto Umi di Cisco per effettuare chiamate con video comodamente seduti nel proprio salotto.
Intorno al progetto Kinect sembra essere spuntato un vero e proprio mondo di possibilità, dalla robotica all’educazione . Fino all’ advertising , date le intenzioni dell’azienda di Redmond di sfruttare il suo sensore per permettere agli inserzionisti di osservare fisicamente chi stia guardando un messaggio pubblicitario .
Possibilità – più o meno etiche – che spunterebbero come funghi in base al livello di compatibilità di Kinect con device e sistemi operativi differenti. Sulla scia del lavoro fatto da Martin, un altro sviluppatore – Theo Watson – ha di fatto creato una porta per il collegamento del sensore agli ambienti Mac .
Mauro Vecchio