Secondo un nuovo rapporto di The Information, Microsoft e OpenAI hanno una definizione molto particolare di intelligenza artificiale generale. Niente discorsi teorici o filosofici: per loro, l’AGI si raggiunge quando un sistema AI genera profitti per almeno 100 miliardi di dollari. Semplice, no?
Microsoft e OpenAI: l’AGI si misura in dollari
Le due aziende avrebbero firmato un accordo in tal senso l’anno scorso. Un dettaglio non da poco, perché Microsoft perderà l’accesso alla tecnologia di OpenAI quando la startup raggiungerà l’AGI. E visto che quest’anno OpenAI prevede di perdere miliardi di dollari e di andare in attivo solo nel 2029, Microsoft può stare tranquilla: avrà accesso ai modelli di OpenAI ancora per un bel po’.
Questa definizione “finanziaria” dell’AGI è lontana anni luce da quella tecnica e filosofica a cui molti pensano quando sentono questo termine. C’era chi sospettava che OpenAI avrebbe dichiarato di aver raggiunto l’AGI il prima possibile, proprio per tagliare fuori Microsoft. Ma con questo accordo, sembra proprio che i due colossi abbiano trovato un modo per andare d’amore e d’accordo. Almeno finché i conti tornano.
O3: un passo verso l’AGI o verso il baratro?
La scorsa settimana, il nuovo modello o3 di OpenAI ha scatenato un dibattito: è davvero un passo avanti verso l’AGI? Forse in termini di performance sì, ma i costi computazionali sono esorbitanti. E questo non promette nulla di buono per la definizione “profit-centrica” di AGI di OpenAI e Microsoft.
Insomma, sembra che per OpenAI e Microsoft l’AGI non sia tanto una questione di coscienza, di intelligenza o di filosofia. No, per loro è tutta una questione di soldi. Cento miliardi, per la precisione. Chissà cosa ne pensano i ricercatori e i filosofi che si scervellano da anni su cosa significhi davvero “intelligenza artificiale generale“. Forse dovrebbero iniziare a ragionare in termini di bilanci e fatturati, più che di test di Turing e compagnia bella. Benvenuti nel mondo dell’AI, dove anche i concetti più astratti hanno un prezzo.