Washington (USA) – Niente da fare, Eolas non verrà fermata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti. Il massimo tribunale americano ha infatti deciso di non esaminare il caso che contrappone la piccola società che controlla alcuni importanti brevetti al gigante del software Microsoft. Un procedimento che secondo molti esperti potrebbe avere ripercussioni pesantissime sul Web in quanto Eolas sbandiera la paternità di funzionalità-chiave per il Web, come quelle di integrare plug-in nei browser.
La decisione presa a Washington nei fatti consente alla società di Bill Gates di tentare un’altra carta: dopo aver vinto in appello e dopo l’annuncio della Corte Suprema, Microsoft ora può riportare tutto il procedimento dinanzi ad un tribunale distrettuale come imposto dalla decisione d’appello.
In quella sede Microsoft potrà cercare di far valere la più importante delle argomentazioni, quella secondo cui il brevetto rivendicato da Eolas non è valido in quanto si riferisce a funzionalità già esistenti prima che venisse richiesto: se dimostrata, la cosiddetta prior art invaliderebbe il brevetto.
Se ciò avvenisse Microsoft eviterebbe di dover tirar fuori i 500 milioni di dollari come imposto dalla sentenza di primo grado ma soprattutto tutti gli operatori web potrebbero tirare un sospiro di sollievo. A partire da Tim Berners-Lee, padre del WWW, che si è già scagliato con forza contro la validità del brevetto Eolas, paventando peraltro gravi conseguenze sul libero sviluppo del Web stesso qualora Eolas l’abbia vinta.
Ma non tutto è così facile. Mentre infatti procedeva il caso in tribunale e poi in appello, Eolas ha ottenuto dall’ Ufficio brevetti un sostanzioso appoggio : l’Ufficio, dopo una lunga analisi, ha infatti stabilito che il brevetto detenuto da Eolas è valido . Un’analisi e un giudizio di merito che la stessa Eolas non mancherà di portare al prossimo appuntamento di questa intricata vicenda legale.