In occasione dello Startup Summit andato in scena nel quartier generale della società, il gruppo di Redmond ha annunciato il debutto ufficiale del Microsoft Quantum Network. L’obiettivo dichiarato è quello di puntare con decisione verso l’era del quantum computing coinvolgendo ricercatori, sviluppatori di terze parti e nuove realtà imprenditoriali, al fine di sperimentare le potenzialità di un territorio tanto promettente quanto ancora inesplorato.
Microsoft Quantum Network
Il network abbraccia tutti coloro che, raccogliendo l’invito di Microsoft, già fanno parte del progetto: tra questi citiamo 1QBit, Bohr Technology, Cambridge Quantum Computing, Entropica Labs, GTN, OTI Lumionics, ProteinQure, QC Ware, Qulab, QxBranch, Riverlane Research, Solid State AI, Strangeworks e Zapata Computing, insieme alle new entry HQS Quantum Simulations e Rahko. Scorrendo l’elenco di partner a livello istituzionale e di organizzazioni sono invece presenti Case Western Reserve University, Dubai Electricity and Water Authority, Pacific Northwest National Labs, Purdue University, UC Santa Barbara, University of Copenhagen, TU Delft e University of Sydney. Secondo Todd Holmdahl, Corporate Vice President della divisione Azure Hardware Systems Group, l’era dei computer quantistici è alle porte e le sue applicazioni saranno in grado di cambiare il mondo.
Stiamo parlando di risolvere problemi come quelli legati al cambiamento climatico e all’approvvigionamento di cibo. Pensiamo ci sia la possibilità di trovare soluzioni nel territorio della scienza dei materiali, della cura della salute e per quanto concerne il machine learning. Tutto ciò è realizzabile con un computer quantistico.
Lo scorso anno Microsoft ha reso disponibile il linguaggio di programmazione Q# (Q-Sharp) come parte del Quantum Development Kit. Tra gli obiettivi in cima alla scala delle priorità la realizzazione di un Universal Quantum Computer che possa essere impiegato per l’elaborazione delle informazioni sfruttando un approccio diverso rispetto a quello del computing tradizionale basato su una sequenza di 1 e 0: si passa dunque da bit a qubit.
Azure, cloud e quantum computing
L’intenzione del gruppo di Redmond è quella di rendere disponibili e accessibili gli strumenti di elaborazione dei dati basati sul quantum computing attraverso l’infrastruttura cloud di Azure. L’approccio impiegato sarò ibrido: ogni applicazione potrà essere eseguita, all’occorrenza, passando dall’una all’altra modalità, da quella quantistica a quella più tradizionale, a seconda delle esigenze e nel nome della scalabilità.
Tra le prime realtà che potranno beneficiarne, stando alle previsioni, quelle che operano nel campo della medicina. Si arriverà a definire nuove formule per i farmaci, a creare composti maggiormente sostenibili per l’ambiente. Le potenzialità sono enormi anche per l’industria chimica, per la creazione di nuovi materiali (in particolare superconduttori), per regolare la movimentazione di merci e passeggeri in ambito urbano e per istruire i modelli di intelligenza artificiale.
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Microsoft non è sola
Microsoft non è l’unico big del mondo tecnologico impegnato su questo fronte. Concorrenti come Google, IBM (con il Q System One) e Intel stanno sviluppando soluzioni alternative, senza dimenticare D-Wave che proprio nei giorni scorsi ha presentato una nuova piattaforma dedicata, basata su una tecnologia che promette di ridurre in modo importante il cosiddetto quantum noise.
L’arrivo del quantum computing porta con sé non solo promesse, ma anche potenziali minacce per la sicurezza: disporre di una tale potenza di calcolo renderebbe vulnerabili, ad esempio, i metodi oggi impiegati per la crittografia dei dati. Sarà dunque necessario trovare nuove strade per garantire un adeguato livello di protezione delle informazioni.