Giro di boa fondamentale per il caso antitrust che vede ancora una volta contrapposti Microsoft da una parte e l’Unione Europea dall’altra: dopo essere stata chiamata in causa dalle accuse di Opera riguardo alla presunta posizione dominante nel mercato dei browser prima e dalle accuse formali della UE poi, la multinazionale del software ha infine fatto prevenire alla Commissione la sua risposta ufficiale in merito alla questione.
Con il passo di Microsoft la vicenda si avvia dunque verso la sua fase conclusiva , quella in cui spetterà alla autorità antitrust europee trarre un giudizio e decidere sul da farsi, se multare ancora una volta Microsoft e costringerla a cambiare radicalmente le politiche commerciali e il software incluso nei sistemi operativi Windows oppure scagionarla dalle accuse che la vorrebbero impegnata, con Internet Explorer, a tagliare le gambe alla concorrenza nel sempre più vitale settore dei software di accesso alla rete.
Nulla si sa al momento sui documenti spediti da Redmond alla Commissione, certo è che la storia pregressa delle guerre a suon di carta bollata tra autorità europee e legali Microsoft lascia il campo libero alle speculazioni : l’azienda guidata da Steve Ballmer gioca al momento una partita complessa con Bruxelles, che oltre ai browser web comprende anche la interoperabilità degli standard XML introdotti con Office 2007.
A questo punto della vicenda l’Unione Europea potrebbe scegliere di seguire una linea intransigente nei confronti di Microsoft, che si potrebbe trovare di nuovo costretta a pagare qualche centinaio di milioni di dollari in riparazione della sua condotta nonostante le buone intenzioni dimostrate con le modifiche alle modalità di rimozione di IE che presto si vedranno in Windows 7.
Non tutto è già stato deciso, ad ogni modo, e Microsoft appare intenzionata a sfruttare tutte le possibilità a sua disposizione per giungere a un punto di incontro con la Commissione e la concorrenza: assieme alle risposte ufficiali alle accuse di monopolio, Redmond ha inviato alla UE la richiesta di una audizione privata tra i vertici dell’azienda, le autorità e le tante parti che si sono dette interessate .
Si tratta della stessa richiesta che Intel fece mesi fa in un altro caso antitrust, negata allora e probabilmente accettata nel nuovo caso riguardante Microsoft, come il portavoce della Commissione Jonathan Todd ha già confermato . Nel frattempo gli esperti della UE sono già al lavoro sui documenti spediti da Redmond, e fonti non meglio specificate mettono in guardia dalle possibili conseguenze che l’ennesima mazzata europea su Windows potrebbe avere sul mercato dei browser, un mercato che potrebbe trovarsi a dover affrontare un duopolio Google -Microsoft ancora più pericoloso per la concorrenza della presunta posizione dominante di IE.
Alfonso Maruccia