Washington (USA) – Si moltiplicano le voci che vogliono lo smembramento di Microsoft come soluzione inevitabile delle trattative tuttora in corso tra l’azienda e il Dipartimento della Giustizia, o comunque come epilogo del procedimento antitrust. Voci che sono rafforzate, secondo i commentatori americani, dalla scelta di Robert Greenhill, banchiere dell’alta finanza statunitense, quale consulente del Governo nelle trattative. Greenhill, secondo molti, dovrebbe studiare le implicazioni di uno “spezzatino” della mamma di Windows.
Altre mezze conferme arriverebbero dalla notizia secondo cui Microsoft ha dato l’avvio alla creazione di una “Windows Division” che conterrà l’insieme di tutte le attività legate alle diverse versioni del sistema operativo. La riorganizzazione, inoltre, prevede che le applicazioni siano gestite da una seconda unità e che venga creata una ulteriore divisione “consumer” che non si occuperebbe affatto di Windows. Va anche detto che la scorsa primavera Microsoft si era riorganizzata in divisioni consumer e business, trasformazioni che ora vengono modificate dalla nuova ristrutturazione.
Si tratta comunque solo di speculazioni che né Microsoft né il Dipartimento hanno deciso di commentare.
Intanto si è saputo che il Codacons ha chiesto all’Antitrust italiano di indagare Microsoft per “clausole vessatorie” applicate agli acquirenti di software Microsoft e di bundle di PC e Windows.