Il colosso di Redmond guarda al futuro dell’interfaccia utente, su computer e console. Un futuro completamente hands-free partito dall’occhio di Kinect, la nuova periferica Xbox 360 che traccia tutto il corpo dell’utente per tradurre i suoi movimenti in input.
Il ricercatore Microsoft Craig Mundie ha recentemente confermato che l’azienda intende perfezionare i sistemi attuali per arrivare ad una “interfaccia utente naturale” più completa possibile. L’idea è quella di miscelare “gesture, touch e riconoscimento vocale” per eseguire qualunque azione in maniera intuitiva senza più utilizzare mouse, tastiere o joypad.
Secondo Mundie, il computer deve evolversi da un semplice strumento a uno “specchio magico” ancora più personale, in grado interagire con l’utente in maniera amichevole. I muri della casa domotica di domani saranno tappezzati di questi pannelli e in ogni stanza sarà possibile governare i vari elettrodomestici con un semplice gesto compiuto di fronte ai sensori di movimento.
Nel breve termine, si parla intanto di sostituire col motion-tracking il telecomando della TV e di rivoluzionare gli avatar Xbox per far specchiare, davvero, l’utente in una dimensione virtuale. Il primo esperimento in questo senso si concentra unicamente sul viso: un realistico volto umano in 3D, da personalizzare con le espressioni facciali del proprietario.
La strada è ovviamente ancora lunga. Per poter associare a quel modello il riconoscimento in tempo reale di ogni impercettibile gesto compiuto dalla persona inquadrata nella webcam, Microsoft dovrà quadruplicare la precisione della periferica attuale e migliorare la compressione dei dati per aggirare il collo di bottiglia costitutito dall’USB.
Steven Bathiche , uno dei cervelli dietro la tecnologia Surface , sta invece portando avanti un progetto NUI che non include Kinect. In questo Surface che non ha bisogno di essere toccato, la rilevazione dei movimenti viene effettuata con una lente posta sopra la superficie e per tradurre i gesti in input si sfruttano le deviazioni dei raggi luminosi.
Roberto Pulito