Nei giorni scorsi l’ennesimo report riguardante le modalità di trattamento di comandi vocali e conversazioni: alcune di quelle acquisite da Microsoft attraverso i servizi Skype e Cortana sono finite sui terminali di terze parti che si sono occupate della loro trascrizione al fine di migliorare gli algoritmi impiegati, ma senza integrare sistemi adeguati per garantirne la sicurezza.
Skype e trascrizioni: niente più audio in Cina
In risposta a quanto emerso il gruppo di Redmond ha subito dichiarato di aver rivisto la pratica “spostando le operazioni in alcune strutture sicure localizzate in pochi paesi”. In seguito, mediante un nuovo breve comunicato affidato alla redazione del sito The Verge, l’azienda precisa che le strutture in questione si trovano tutte al di fuori della Cina, aggiungendo quanto segue.
Se si verifica un comportamento discutibile o una possibile violazione da parte di uno dei nostri fornitori, investighiamo e attuiamo le necessarie contromisure.
Non è la prima volta che si parla di questioni legate alle trascrizioni audio di conversazioni o comandi vocali e potenziali rischi per la privacy. Lo scorso anno sono finiti sotto la lente d’ingrandimento tutti i più noti assistenti virtuali in circolazione: da Alexa a Cortana, fino a Siri e Assistente Google, oggi integrati non solo sugli smartphone, ma anche su altoparlanti e altri prodotti destinati all’ambiente domestico.
Le aziende responsabili delle IA sono corse ai ripari in breve tempo modificando le modalità di raccolta e analisi degli audio, garantendo inoltre agli utenti una maggiore trasparenza in merito alla loro elaborazione, con l’obiettivo comune di evitare ripercussioni sulla propria reputazione che potrebbero tradursi in una compromissione della fiducia e di seguito in una perdita di market share.