Si tratta di un accordo che in cinque anni dovrebbe portare la città di New York a risparmiare una cifra che si aggira sui 50 milioni di dollari . Ma soprattutto far utilizzare a circa 100mila lavoratori della Grande Mela i principali strumenti di casa Microsoft. Ad annunciarlo è stata una recente conferenza stampa congiunta del CEO di BigM Steve Ballmer insieme al sindaco della città che non dorme mai Michael Bloomberg.
Secondo i termini dell’ accordo , toccherà ad un primo gruppo di 30mila dipendenti newyorchesi il trasferimento delle varie attività lavorative verso gli ambienti software dell’azienda di Redmond, in particolare verso l’alto dei cieli del cloud computing. La stretta di mano tra Bloomberg e Ballmer ha in sostanza previsto l’unificazione di una serie di contratti di licenza – in precedenza concessi da Microsoft separatamente – sotto un unico grande contratto della durata di cinque anni.
Un megacontratto dal valore totale di circa 100 milioni di dollari , che in sostanza inserirà le varie attività di business della metropoli statunitense all’interno di un unico agreement collettivo. Il risparmio annunciato dal sindaco Bloomberg non sarà soltanto dovuto alla centralizzazione delle licenze, ma anche al trasferimento di certe esigenze software dei lavoratori cittadini in the cloud.
Questi ultimi potranno dunque abbandonare strumenti come Outlook e Office per accedere ai propri dati via browser. Quello della posta elettronica è infatti uno dei principali servizi appannaggio di quelli che sono stati già definiti deskless workers . Lavoratori che costeranno meno alla città newyorchese, che anziché avere vari data center gestiti da vari dipartimenti potranno contare solo su quelli di Microsoft .
C’è chi ha quindi sottolineato come la mossa di BigM costituisca un buon esempio di come riuscire a sfruttare i propri contratti di licenza per spiccare il volo in the cloud . I primi servizi a disposizione dei dipendenti della Grande Mela saranno Windows 7, Office – in attesa di 365 – Live Meetings, Azure e Windows Server.
Mauro Vecchio