Un globo con cui interagire, da sfiorare con le dita, da esplorare col tatto. Qualcuno sostiene che Microsoft Surface potrebbe addirittura mutare di forma: l’interattivo tavolo factotum sensibile al tocco potrebbe essere sviluppato anche in versione sferica.
Epicentro del rumor, il blog di Mary Jo Foley, analista di ZDNet affezionata commentatrice delle sorti del gigante di Redmond. Nulla farebbe pensare alla variante sferica di Surface. Gates si è più volte espresso in materia vaticinando un prossimo futuro di interfacce naturali , che consentiranno di dialogare con la macchina con il tatto, promettendo che tali interfacce assumeranno le forme più disparate e che tali tecnologie si integreranno nei dispositivi di uso quotidiano: nessun accenno a Surface tondeggianti.
Ma Foley ha motivo di sbilanciarsi: delle fonti assicurano che Microsoft starebbe sfoderando Surface sferici, mostrati in occasione di eventi dedicati ai soli dipendenti dell’azienda, quali il TechFest2008 . Foley si dice perplessa, la rete è in subbuglio, tutti a chiedersi come sfruttare le potenzialità di un dispositivo sferico da gestire con il tatto, una palla della quale non sono note dimensioni né tecnologia .
Un sussidio didattico per insegnare la geografia in maniera realistica, magari in coppia con Microsoft Virtual Earth? Sarebbe interessante per esplorare cartine tematiche del Globo, ma praticamente inservibile per esplorare fotografie satellitari o mappe nei dettagli: la curvatura della superficie distorcerebbe le immagini.
Pubblicità interattiva ? Nutriti grappoli di folla potrebbero stringersi intorno al Surface sferico e approfittare dei servizi offerti, senza doversi affollare di fronte ad uno schermo con cui interagire in maniera frontale.
Una sorta di trackball sensibile a pizzichi e palpeggiamenti che potrebbe guidare in ambienti virtuali gamer e professionisti? Uno strumento di comunicazione ? C’è addirittura chi pensa alla declinazione tondeggiante di Surface come ad una sfera di cristallo . Di certo c’è solo che in molti vorrebbero metterci sopra le mani.
Gaia Bottà