Per fare piazza pulita di uno strumento antico, e asincrono, Microsoft decide di schierarne uno altrettanto antico: ma sincrono. Così il nuovo Microsoft Teams – strumento che va ad arricchire la “piattaforma Office”, come l’ha chiamata Satya Nadella sul palco di New York durante il lancio – utilizza la chat per surclassare l’email . Una chat ricca di funzioni, capacità, integrazioni: ma sempre di una chat si tratta.
Quello che ha fatto Microsoft, ovviamente per gli utenti delle versioni enterprise e business di Office 365, è mettere in piedi una sorta di hub accentratore in cui far convergere tutti i suoi servizi: Word, Excel, PowerPoint ci sono, ma ci sono pure Skype e Sharepoint, PowerBI, Sway e molte altre app ampiamente sfruttate in ambito aziendale, racchiusi in un’unica interfaccia. Si passa con un click da una chat a un foglio di calcolo, si può editare un documento mentre si tiene la chat aperta accanto per discuterne le modifiche : tutto in un ambiente che ricorda un po’ un social network, un po’ una chat vecchio stile.
Ci sono le emoji, si possono inviare immagini e GIF animate, si possono embeddare video e documenti tra i messaggi. Le conversazioni sono raccolte in thread, proprio come i post su Facebook in cui i commenti formano un albero sotto ogni aggiornamento di stato, e sono persistenti : questo significa poterle ripercorrere e riesumare all’infinito, magari per andare a ripescare dati e informazioni forniti nel corso di una conversazione di giorni e settimane addietro, così come è possibile lasciar catalogare i dati al Microsoft Graph di Office e ad altri bot integrabili (secondo le modalità già viste all’opera su Office 365) per selezionare e raccogliere i dati più significativi su un dato argomento.
Teams fa un passo in più nella direzione già tracciata in questi mesi di guida Nadella: è una piattaforma aperta all’importazione dei dati da fonti esterne , grazie a una serie di partnership (150, per ora) che consentono ad esempio di sfruttare le informazioni contenute in Hootsuite, GitHub o Asana per integrarle nel flusso della chat di gruppo. È lo stesso principio che guida Outlook: lì ci sono email, contatti e calendario riuniti sotto un solo ombrello, qui si va decisamente oltre con la possibilità di passare rapidamente da una videoconferenza Skype a un flusso di informazioni in stile Sharepoint, con tanto di mention e di filtri per individuare rapidamente i messaggi da gestire con la massima priorità.
A chi gestisce gli strumenti IT in azienda viene lasciata la possibilità di configurare il funzionamento di Teams secondo le esigenze dei gruppi di lavoro: quali servizi e app includere, come strutturare i gruppi stessi e così via. Inoltre Microsoft ci tiene a specificare che si tratta di un prodotto sicuro e rispettoso delle regole : le informazioni che transitano su Teams sono cifrate, dunque si abbassa il rischio che i concorrenti possano ficcarci il naso, e Teams risponde a una serie di standard ISO e regole (per esempio relative alla privacy) per consentire di sfruttarlo in ogni contesto aziendale e geografico.
Le ambizioni di Microsoft in questo campo sono evidenti: trasportare Office, una suite nata negli anni ’80 del 20simo secolo, nel presente fatto di piattaforme mobile e big data non è un compito semplice. La collaborazione in tempo reale è una condizione indispensabile per farlo, così come la presenza su Windows così come su MacOS, Android e iOS : dunque vedremo sempre più questo tipo di soluzioni proposte da Redmond ai suoi clienti o potenziali tali. Microsoft Teams è già disponibile per il test da parte di “clienti selezionati” a partire dal 2 novembre, e sarà reso disponibile per tutto il pubblico a partire dall’inizio del 2017. Teams è compreso, come detto, negli abbonamenti business ed enterprise di Office 365.
Luca Annunziata