Le vicende legali dell’XML di Microsoft rischiano di tenere il pacchetto Office fuori dagli scaffali per molti mesi.
Microsoft, infatti, è stata non solo condannata a pagare danni per un totale superiore a 290 milioni di dollari, ma il giudice texano Leonard Davis ha anche deciso per un’ingiunzione permanente contenente il divieto di vendere o importare negli Stati Uniti prodotti che comprendano la possibilità di aprire XML, DOCX o file DOCM (file XML) contenenti custom XML. Questi, secondo la sentenza, violerebbero il brevetto 5.787.449 della società canadese i4i, concesso nel 1998 dall’ufficio brevetti statunitense.
Al centro della questione vi è proprio il formato OOXML , diventato dopo numerose discussioni standard ISO. E sui cui utilizzi Microsoft ha appena ottenuto un ampio brevetto : depositato nel 2004 ed approvato solo un mese coprirebbe tutti gli utilizzi dei documenti XML da parte di qualsiasi programma di word processing. Redmond, secondo alcuni, avrebbe di conseguenza brevettato quello che si stava impegnando a far divenire uno standard: una circostanza che, alla luce di questi sviluppi, appare più complicata di quanto si sospettasse.
Ma chi di brevetto ferisce, di brevetto perisce: Microsoft è stata ritenuta in violazione del brevetto della società con base a Toronto, nello specifico del claim in cui rivendica un software per la gestione della formattazione di un documento in un file separato, una delle idee principali alla base dello standard OOXML. E il Custom XML che viola il brevetto ‘499 sarebbe utilizzato, secondo i documenti del processo, già in Word 2003 e Word 2007.
Entro 60 giorni Microsoft dovrà adeguarsi alla decisione del giudice ed eliminare dai suoi prodotti l’ opzione custom XML, ma ha ha già dichiarato che farà appello.
Intanto minaccia di non aver tempo di togliere l’opzione in tempo e di trovarsi costretta a ritirare dal mercato il suo prodotto di punta per numerosi mesi, rischiando una pesante perdita nelle vendite “che causerebbe – ha scritto il team degli avvocati di BigM – un danno irreparabile a Microsoft: bloccherebbe non solo la distribuzione di Word, ma dell’intero pacchetto Office, che contiene altri programmi popolari e che rappresenta il prodotto più importartante della compagnia”. Nonostante gli sforzi i programmatori non riuscirebbero, afferma BigM, “a modificare il prodotto entro il 10 ottobre nonostante gli ingenti sforzi umani e finanziari che si stanno compiendo”. Aprendo anche la strada a possibili concorrenti agguerriti, mettendo in dubbio l’attuale dominio del settore.
Ha per questo chiesto la sospensione del divieto fino a conclusione del processo. Ha inoltre chiesto tempi stretti quando il suo appello sarà depositato. Sull’ammissibilità della richiesta si dovrebbe esprimere un colleggio di tre giudici.
“Siamo delusi – ha detto Kivin Kuts, portavoce di Microsoft – ma crediamo che le prove dimostreranno che non abbiamo violato alcun brevetto e che quello della i4i è invalido”. Secondo alcuni osservatori verrà attaccata la validità del brevetto ‘449, cercando di rintracciare nella prior art motivi di contrattacco puntando all’ampiezza dei suoi claim.
Claudio Tamburrino