Era durata 23 anni la parabola ascendente di Microsoft: dal 1986 , anno della prima quotazione in Borsa, l’azienda fondata da Bill Gates non aveva conosciuto battute d’arresto significative , neppure la bolla dot com del 2000 era riuscita a scalfirne i risultati trimestrali. Invece, quello chiusosi lo scorso marzo è stato il primo quarto (il Q3 dell’anno fiscale 2009 per BigM) a far segnare un risultato negativo: non che l’azienda abbia lavorato in perdita, tutt’altro , ma la crescita per la prima volta si è trasformata in decrescita . La colpa è, naturalmente, della crisi economica mondiale.
Rispetto ad un anno fa, il fatturato dei primi tre mesi dell’anno è calato del 6 per cento assestandosi attorno a quota 13,65 miliardi di dollari (poco più di 10 miliardi di euro): il volume d’affari resta dunque enorme, ma come detto per la prima volta da quando Microsoft è una azienda quotata è calato leggermente. Più consistente la contrazione degli utili , scesi di un terzo (per l’esattezza del 32 per cento) e fermi ad appena 2,98 miliardi di dollari, in euro all’incirca 2,25 miliardi. I dividendi calano di conseguenza anch’essi di un buon 30 per cento, scendendo a 0,33 centesimi di dollaro ad azione.
Come si vede, non sono certo numeri da buttare via, ma spulciando i rendiconti delle diverse divisioni si intuiscono trend interessanti. Tra tutti, spiccano i risultati della divisione Client in calo del 16 per cento: segno secondo gli addetti ai lavori che il successo dei netbook, e la frenata nella vendita di notebook e PC (un calo di circa 15 punti), ha causato una riduzione nei volumi di vendita delle più costose licenze di Windows Vista in favore delle più economiche e meno lucrose licenze di Windows XP . La mossa di Microsoft di svendere il suo vecchio OS pur di catturare la maggior fetta possibile del mercato nascente dei mini-laptop si è trasformata dunque per il momento, secondo gli osservatori, in una poco redditizia salita sul carro del vincitore.
L’unica crescita segnata nel 2009 è quella delle applicazioni server e dei tool enterprise : più 7 per cento di fatturato e più 24 per cento di introiti. Con un fatturato di 3,47 miliardi di dollari, inoltre, supera di circa 500 milioni di dollari gli incassi della vendita di Windows: sembrerebbe essere la prima volta che un evento del genere si verifica, e se il trend dovesse venire confermato si tratterebbe di un cambio di scenario non da poco per l’azienda di Redmond. Cala pure la divisione OSG, Online Service Group , vale a dire quella responsabile delle attività online che comprendono search e advertising: meno 16 per cento, fatturato di 521 milioni di dollari, che al netto delle spese equivale ad una perdita operativa di circa 575 milioni .
Leggero calo anche per la Microsoft Business Division: la mamma di Office e servizi connessi ha visto il fatturato calare del 5 per cento e i profitti scendere di otto punti. Con 4,5 miliardi di dollari di capitale messo in movimento, gli introiti hanno sfiorato i 3 miliardi: in questo caso, per Microsoft la causa della flessione sarebbe legata alla contrazione della domanda soprattutto nel settore aziendale (confermando le impressioni di altri player del settore), che avrebbe dunque causato il rallentamento nella capacità di BigM di firmare nuovi accordi e contratti per la fornitura del suo software per la produttività, pur mantenendo praticamente intatta la sua attuale clientela.
Capitolo a parte, infine , per i risultati in chiaroscuro della divisione Entertainment & Devices (EDD): sebbene le vendite di Xbox siano andate alla grande ( vendute 1,7 milioni di unità, erano 1,3 milioni lo scorso anno), il fatturato è calato del 2 per cento fermandosi a 1.57 miliardi di dollari. Più significativo il calo dei profitti, scesi dai 106 milioni del 2008 a una perdita di 31 milioni nel 2009: complice dell’inversione di tendenza, secondo Microsoft, anche il calo nelle vendite dei Mac che avrebbe causato la flessione del 63 per cento nelle vendite del software per i computer Apple (Office in testa) rispetto ai risultati dello scorso anno.
“La pressione economica è pesante ed estesa – ha spiegato con un leggero pessimismo il CFO di BigM, Chris Liddell – La ripresa sarà lenta e graduale. Ci aspettiamo che la situazione resterà difficile anche durante questo trimestre e nel bilancio di fine anno”. Una boccata d’aria, comunque, per i conti di Microsoft secondo Liddell potrebbe arrivare con la ripresa economica generale: soprattutto se, per allora, Redmond avrà schierato i suoi pezzi migliori sul campo e li offrirà già testati ed efficienti al pubblico. Per questo, Windows 7 (la RC è stata confermata per il 5 maggio), Azure e Office 2010 non subiranno ritardi nello sviluppo : non ci dovrebbero essere ulteriori esuberi oltre i 5mila già annunciati, e BigM guarda già al prossimo anno fiscale (che nel suo caso inizierà in estate) per ottenere la sua rimonta.
Luca Annunziata