Un lungo intervento nel corso di una conferenza ospitata dal think tank Brookings Institution, con il dirigente di Microsoft Brad Smith ad illustrare i dettagli del libro bianco sulla National Talent Strategy . Ovvero la strategia presentata da BigM al Congresso statunitense per assicurare all’economia del lavoro a stelle e strisce la giusta dose di crescita e competitività .
Nella preoccupata visione offerta da Smith, gli Stati Uniti avrebbero perso cervelli nel cosiddetto settore STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), che poi risulta il più ambito all’interno del settore industriale privato. All’epoca della crisi economica, le aziende non riescono a trovare le giuste competenze per i pochi posti di lavoro a disposizione.
Si rischia così una forte ondata migratoria, con l’industria statunitense che cercherà all’estero le competenze adatte. In qualità di datore di lavoro, Microsoft ha speso negli States l’83 per cento del suo budget per la ricerca e lo sviluppo . “Abbiamo ora più di 6mila posizioni aperte nel paese, un aumento del 15 per cento rispetto allo scorso anno”, ha continuato Smith.
Come sottolineato dall’azienda di Redmond, il settore occupazionale legato alle tecnologie IT soffre meno la crisi, con un tasso di disoccupazione sceso di quasi 4 punti percentuali. Ma il problema resta lo stesso: sempre meno professionisti nell’area STEM. Il Congresso di Washington dovrebbe così approvare un piano da 5 miliardi di dollari spalmati su dieci anni .
“Per prima cosa, il Congresso dovrebbe creare una categoria supplementare con il rilascio annuale di 20mila visti per quelle aree STEM che ora mancano di professionisti”, ha precisato Smith. Il governo degli States dovrebbe poi riabilitare altri 20mila permessi di soggiorno “non utilizzati”, che permettano a lavoratori stranieri di entrare nel paese.
Mauro Vecchio