Infastiditi da persistenti mal di testa, tormentati da pungenti dolori al petto, si rivolgono alla rete per una diagnosi improvvisata. E, sfogliati un paio di link, concludono di essere afflitti da mali incurabili. Microsoft traccia un profilo dei cybercondriaci , netizen le cui paure sono alimentate da ricerche grossolane. E intravede un futuro in cui i motori di ricerca sappiano contenere le ansie.
Trasformano i propri sintomi in parole chiave, congetture e timori montano fra i link restituiti dai search engine: i residenti statunitensi della rete cercano informazioni sulle loro condizioni di salute, spiegano da Microsoft Research, ma il 75 per cento di loro trascura di verificare l’attendibilità delle fonti. Non avendo gli strumenti per confrontare sintomi e diagnosi web, non si rendono conto che nel 70 per cento dei casi i siti dedicati alla salute propinano soluzioni inadeguate . E il terrore dilaga.
I ricercatori Microsoft hanno indagato su come la rete si offra ai suoi abitanti. Si sono scelti tre dei più comuni sintomi che instillano apprensione nelle persone, dal mal di testa alla contrazione involontaria dei muscoli, passando per dolori al petto. Si sono analizzati un campione di pagine web, i risultati restituiti dal Microsoft Live Search, le informazioni dispensate dal sito specializzato MSN Health and Fitness . La probabilità che l’utente si scontri con una diagnosi allarmante sono altissime: se è facile che i siti trattino i sintomi percepiti come indizi di una malattia grave, le ricerche condotte attraverso il motore Microsoft sono terrorizzanti. Il netizen che si informi su un insistente mal di testa potrebbe imbattersi nel 26 per cento dei casi in una diagnosi di tumore al cervello. Nel 38 per cento dei casi a colui che soffre di dolori al torace verrà instillato il dubbio che sia prossimo all’infarto. Il malcapitato che invece rilevi contrazioni involontarie dei muscoli verrà informato nel 50 per cento dei casi di soffrire di sclerosi laterale amiotrofica.
In presenza dei sintomi descritti dai netizen, la probabilità di essere affetti dai problemi di salute suggeriti dalla rete è infinitamente minore. Il responso cambia qualora gli utenti si rivolgano a siti specializzati. In nessun caso i sintomi vengono ricondotti alle malattie attorno alle quali la rete disquisisce con leggerezza. Per stilare una diagnosi non basta una descrizione approssimata di malesseri, avvertono i ricercatori.
Ma i cliccatori sembrano non rendersene conto: i ricercatori Microsoft hanno analizzato i log di ricerca di migliaia di persone che hanno acconsentito a partecipare allo studio. Opportunamente anonimizzati, i dati relativi a ricerche correlate alla salute hanno rivelato che il 2 per cento delle ricerche effettuate dal campione fosse correlata alle condizioni fisiche. Ricerche che rischiano di intensificarsi presso i soggetti più sensibili, di scatenare l’allarme presso i cybercondriaci che al comparire dei risultati di ricerca e ai primi clic, si abbandonano al panico.
Per indagare ulteriormente l’atteggiamento dei netizen, Microsoft ha distribuito un questionario presso 515 dipendenti: se nove persone su dieci hanno segnalato che le risorse web tendono a collegare i sintomi a malattie gravi, quattro persone su dieci hanno ammesso di aver ritenuto di essere afflitti da patologie smentite poi da una diagnosi professionale. Il comportamento assunto dai netizen sarebbe assolutamente naturale , aggravato però dalla mole di informazione che si affastella in rete e dall’uso dei motori di ricerca come motori diagnostici . Tre su quattro sarebbero infatti convinti che il posizionamento di un link nei risultati di ricerca sia indice della probabilità con cui si contraggono le malattie e di conseguenza della probabilità del fatto di esserne affetti.
Ma il futuro potrebbe riservare una soluzione: i ricercatori Microsoft pensano ad un motore di ricerca che sappia riconoscere le parole chiave legate alla salute e faccia appello ad un algoritmo tagliato su misura per l’ambito medico. Potrebbe restituire i risultati sulla base della probabilità di occorrenza di una malattia, potrebbe scongiurare l’escalation del terrore che cresce di link in link. O, in momenti di concorrenza agguerrita , indirizzare i cybercondriaci verso i servizi che Redmond dedica alla salute.
Gaia Bottà