Per Microsoft il futuro del cloud si vende “impacchettato” in scatola, o per meglio dire passa attraverso un’offerta hardware/software che contiene tutto il necessario perché il cliente interessato si costruisca, installi e gestisca il proprio data center personale. Il nuovo prodotto, chiamato ufficialmente Cloud Platform System , intende portare Azure e tutto il software connesso anche laddove i servizi remoti di cloud computing non servono o non sono ancora arrivati: Microsoft ha avviato una partnership con Dell per la realizzazione di rack di server preassemblati, basati sull’uso di Windows Server 2012 R2, System Center 2012 R2 e Windows Azure Pack.
Il succitato “Azure Pack” include prevedibilmente una serie di tecnologie pensate per la gestione delle macchine virtuali e delle altre risorse “cloud” in locale, alla stregua di quanto è possibile fare usando i servizi cloud remoti propri della piattaforma Azure.
Disponibile a partire dal prossimo mese a un prezzo che la corporation definisce “confidenziale”, l’offerta Cloud Platform System si avvantaggerà della stretto rapporto di collaborazione tra Microsoft e Dell arrivando a coprire i componenti hardware nel caso in cui il cliente si rivolgesse a Redmond per assistenza.
Microsoft ha presentato la versione “in scatola” di Azure in occasione di un evento cloud-centrico tenutosi ieri in quel di San Francisco, un evento in cui Satya Nadella ha rimarcato l’interesse (anzi, l’amore) della corporation di Windows per Linux in chiave cloud computing. Il 20 per cento delle istanze virtuali che girano su Azure è composta da distro Linux, ha spiegato il nuovo CEO di Microsoft, e per rafforzare questo rapporto di interdipendenza è stata annunciata l’aggiunta di CoreOS alle distro ufficialmente compatibili (CentOS, Oracle Linux, Suse, Ubuntu) con la piattaforma SAAS della corporation.
Alfonso Maruccia