Microsoft invoca il sostegno dei ricercatori per lavorare al suo HoloLens e sviluppare app e ritagliare possibili scenari d’uso utilizzi della nuova tecnologia attualmente in fase di messa a punto.
Il progetto è quello di integrare la realtà aumentata nella nuova strategia commerciale e tecnologica di Microsoft. Una scalta operata, nonostante le difficoltà finora incontrate , anche da soggetti come Google: Mountain View sembrerebbe pronta a lanciare una seconda versione di Google Glass, il wearable destinato a portare le informazioni davanti agli occhi degli utenti nella vita di tutti i giorni. Gli occhiali 2.0, tuttavia, potrebbero essere destinati a rispondere alle esigenze di informazione ed utilità nel contesto delle aziende.
Più basato sul fare, sui gesti e sull’interazione con l’ambiente in cui ci si muove, Microsoft non ha una prima generazione con cui confrontarsi, ma da quando, ad inizio anno , il progetto è stato presentato per la prima volta, i dettagli tecnici sono andati delineandosi pur rimanendo ancora nell’incertezza della fase di sviluppo: si parla di CPU x86, supporto per la connettività Bluetooth e WiFi, 2 Gigabyte di RAM e display con refresh da 60Hz, il tutto integrato in un caschetto che raccoglie in un corpo unico hardware, batteria e sensori necessari ad interagire con la realtà esterna.
Ora, dunque, è il turno delle app e del confronto con la realtà d’uso : dopo essersi mossa in questo senso acquisendo a suon di miliardi Minecraft (non a caso parte dei demo con cui ha mostrato le potenzialità di Hololens), Micorsft ha invocato il supporto delle aziende terze ed ora quello dei ricercatori.
Per farlo Redmond ha ora avviato un programma per raccogliere proposte per esplorare il possibile ruolo e le possibili applicazioni della tecnologia olografica nella società attuale, aperto alle università e al mondo accademico e a progetti completi ed accurati. I candidati saranno chiamati a partecipare ad una serie di incontri e presentazioni Microsoft e a collaborare con i suoi ricercatori.
Microsoft sta insomma cercando di stimolare la ricerca accademica nel campo della realtà aumentata e della realtà virtuale nelle sue concrete applicazioni per scopi nuovi che vadano dalla visualizzazione dei dati, all’utilizzo pedagogico e nel campo dell’istruzione, passando per i possibili utilizzi nel campo dei media, delle comunicazioni e della ricerca psicologica.
Sul piatto mette cinque premi da 100mila dollari e due Microsoft HoloLens development kit : sia i soldi che le apparecchiature dovranno essere utilizzati come complemento per progetti più ampi.
Claudio Tamburrino