Quando nei mesi scorsi gli analisti erano tornati a parlare con insistenza di una fusione tra i due colossi il mercato aveva reagito con scetticismo. Ma ora i fatti parlano da soli: Microsoft ha trasmesso a Yahoo una proposta di acquisizione, definita “non richiesta” ma neppure rigettata dal management di Yahoo.
Quello che Microsoft mette sul piatto sono 44,6 miliardi di dollari, una cifra che rappresenta un premio del 62 per cento sul valere di Yahoo sul mercato azionario, e che rappresenta anche il maggiore investimento sul quale l’azienda fondata da Bill Gates abbia mai puntato.
L’idea di fondo è evidentemente quella di fondere le consistenti net properties delle due società e il loro business pubblicitario per fronteggiare meglio la locomotiva Google. Senza stravolgimenti, ha assicurato il CEO di Microsoft Steve Ballmer: “Abbiamo grande rispetto per Yahoo e insieme possiamo offrire una quantità crescente di soluzioni vincenti ai consumatori, agli editori e agli inserzionisti, e allo stesso tempo posizionarci al meglio per competere nel mercato dei servizi online”. “Riteniamo – ha anche detto Ballmer – che la combinazione delle nostre aziende porterà maggiore valore ai rispettivi azionisti e una migliore scelta ed innovazione ai nostri clienti e partner industriali”.
Sono anni che Microsoft e Yahoo si guardano da vicino, e condividono senza dubbio la necessità di controbattere la crescita di Google: dal 2004, da quando è arrivata in Borsa, nemmeno Microsoft è riuscita a seguire il passo di sviluppo di BigG. Per non parlare, appunto, di Yahoo, che nell’ultimo anno ha mostrato il fianco scoperto ai suoi azionisti. Ha prima fatto ricorso al suo founder Jerry Yang, tornato plenipotenziario nell’azienda per riportarla in alto, ma si è scontrata con un calo del valore dall’inizio del 2007 ad oggi del 18 per cento, con un calo ancora più deciso, del 23 per cento, nell’ultimo trimestre. Non a caso Yahoo proprio nei giorni scorsi ha confermato che dovrà licenziare 1000 persone.
Per Microsoft, che vede in Yahoo l’alleato naturale per poter scendere in battaglia contro Google, è dunque il momento ideale per l’acquisto. Ci sono peraltro analisti che non esitano a descrivere l’offerta Microsoft come “inevitabile”.
Le incertezze legate all’eventuale acquisizione ci sono tutte: i valori in campo potranno essere riassorbiti solo in molti anni, sebbene il mercato della pubblicità online legato al search, un core business per entrambe le aziende, entro il 2010 potrebbe valore 80 miliardi di dollari. Non sarà una passeggiata l’integrazione delle due società, il cui business sull’online si sovrappone moltissimo, ma tutta l’operazione è in realtà il termometro, confermano gli osservatori, di due grandi realtà: da un lato lo strapotere di Google (che in NordAmerica continua a controllare il 62 per cento del mercato del search senza segni di cedimento, lasciando quote molto minore ai competitor) e dall’altro la vulnerabilità di Yahoo. Sono otto trimestri che Yahoo incassa dei rallentamenti nel proprio business, gli investitori sono impazienti, la sua presenza sul mercato, seppure massiccia, potrebbe interessare anche altri player dotati di grandi liquidità, anche al di fuori del triangolo Google-Microsoft-Yahoo: da qui la necessità di Microsoft di anticipare, forse persino forzare i tempi, pur di puntare al maggiore dei suoi competitor online dopo Google.
Da parte sua, l’azienda guidata da Steve Ballmer può contare su una crescita continuativa e consistente dei propri utili e liquidità (nell’ultimo trimestre ha fatto segnare un +79 per cento), il che la mette in condizione di sfoderare questa offerta, che pure peserà molto sui suoi conti. Non altrettanto Google, che pur essendo il colosso che è diventato e pur registrando un +52 per cento nell’ultimo trimestre, ha in qualche modo deluso gli analisti, che si aspettavano qualcosa di più, raffreddando un poco, peraltro davvero poco ma è la prima volta, il calore con cui il mercato lo ha accolto in questi anni.
A questo punto non resta che attendere la reazione della board di Yahoo e dei suoi azionisti. Ma c’è già chi giura che quella di Microsoft è un’offerta che non ci si lascia sfuggire, è una sorta di salvagente da prendere al volo. Domani, potrebbe essere troppo tardi.