Con un post sul blog ufficiale di Windows , Microsoft ha in queste ore risposto ufficialmente alle polemiche di queste settimane sulle (presunte) violazioni alla privacy e la raccolta surrettizia di dati su Windows 10: il nuovo OS è rispettoso della riservatezza degli utenti, rassicura la corporation, anche se di dati raccolti e inviati ai server remoti ce ne sono e ce ne saranno sempre in futuro.
Fra gli early adopter che hanno già installato il sistema operativo “universale” c’è chi non ha gradito certe funzionalità “cloud” e in stile app per cellulari, i consigli per gli acquisti dell’assistente digitale Cortana e la “telemetria” dell’OS impossibile da disabilitare diversamente dalle passate edizioni di Windows.
La risposta di Microsoft dovrebbe in teoria rassicurare anche gli utenti che ancora tengono alla propria riservatezza, mentre chi già aveva abbracciato con entusiasmo Windows 10 accoglie le parole di Redmond come la constatazione di un (presunto) dato di fatto: il nuovo OS non vìola la privacy .
La corporation suddivide le informazioni condivise da Windows per tipologia , descrivendo un gruppo di dati per la telemetria e i crash di applicazioni, driver di periferica e sistema che sono sempre comunicati ai server di Redmond in forma anonima e non possono essere “spenti”, e poi un gruppo i dati per i servizi personalizzati di Cortana, Bing e altre applicazioni basate sulle abitudini di navigazione e utilizzo del software dell’utente.
Quest’ultima categoria richiede una certa interazione tra quello che l’utente “fa” e i servizi telematici di Microsoft, spiega la corporation, anche se l’utente può sempre decidere di disabilitare gli agenti software che non gradisce. Rassicurazione assoluta, infine, sul fatto che Microsoft non legge e non leggerà mai i contenuti delle comunicazioni degli utenti per vendergli prodotti o disseminare advertising.
Le “conferme” di Microsoft, secondo alcuni degli osservatori, non fanno altro che ribadire il comportamento poco trasparente di Windows 10 nella gestione dei dati dell’utente – un’impostazione comunque molto diversa dal passato e con cui gli aficionado della privacy dovranno fare costantemente i conti in futuro.
A ribadire il fatto che – diversamente da quel che pensano a Mountain View o al quartier generale di Facebook – la riservatezza è un concetto tutt’altro che passato di moda, anche Apple ha aggiornato il proprio approccio ufficiale alla gestione dei dati su iOS 9: talune app con esperienze “personalizzate” come News, Pay e Music costruiscono un “profilo” anonimo dell’utente per l’advertising personalizzato, ma il suddetto utente può cancellare quel profilo in qualsiasi momento.
Alfonso Maruccia