Washington – Alla WPC appena conclusa Microsoft ha mostrato i progressi compiuti con Windows Phone 7 , il nuovo sistema operativo per cellulari destinato a segnare un taglio netto col passato. Si annuncia uno scontro frontale con iPhone e Android. Magari cogliendo al volo lo scivolone legato ai ben noti problemi dell’ultimo modello di Cupertino (“Sarà il loro Windows Vista” aveva chiosato non senza una certa dose di autoironia il COO Kevin Turner). Lo stesso Turner ha stigmatizzato come, per buoni che siano i dispositivi di fruizione di contenuti di genere mobile attualmente sul mercato, nessuno di loro al momento sostituisce il buon vecchio PC desktop nella loro creazione. Ciò sarebbe destinato a cambiare con WP7, una volontà tanto esplicita da aver inserito un tasto “Edit” tra i principali dell’interfaccia utente.
Andy Lees, capo-progetto, ha voluto rimarcare le differenze prima che le similitudini con quanto già si trova nei negozi liquidando gli smartphone odierni come “nel migliore dei casi una griglia di icone, ecco perché due anni fa abbiamo deciso di lanciare la rivoluzione”. Difatti l’approccio estetico e funzionale è strutturato in tasselli collegati ognuno ad un “hub” diverso, a sua volta agglomerato di un tema specifico (gli amici, il lavoro, l’intrattenimento, ecc.). Quindi non più una divisione per formato quale quella tradizionale in messaggi, foto, audio, ma tematica. Questo permette di tenere creare compartimenti per l’uso lavorativo, privato o di entertainment che si fa del proprio telefono. Gli hub inoltre determinano come le informazioni che vi raggiungono vengano instradate, attingono dai social network cui siete iscritti incanalandoli in direzioni diverse.
Non ci si è dimenticati certo del fattore videoludico, i giochi verranno annunciati alla GamesCom di Colonia in agosto, e i possessori di WP7 potranno sfidare gli amici intenti a giocare lo stesso titolo da XBox Live Arcade: sul telefono stesso saranno accessibile sia il proprio avatar che i propri amici per consentire di restare in contatto col resto della comunità.
Microsoft promette cambi radicali per il proprio sistema operativo mobile. Abbiamo cercato di sciogliere alcuni nodi con Casey McGee , marketing manager nella divisione Mobile di Microsoft. Punto Informatico: Dato che Microsoft non si occuperà di hardware ma si limiterà a definire le specifiche minime, come ci si assicura di non dover riscrivere una buona parte del codice per ogni modello diverso su cui WP7 è presente a seconda delle differenze nella risoluzione, della disposizione dei tasti ecc.? Grossomodo come è già successo sulla pelle degli sviluppatori J2ME col disatteso slogan “Scrivi una volta, fallo girare ovunque”?
Casey McGee: Questo pericolo è sventato da due elementi chiave: a differenza delle precedenti versioni di Windows Mobile, in cui abbiamo dovuto supportare un’infinità di architetture e sottoarchitetture – si pensi solo a quanti tipi di processori ARM vengono usati nei telefonini – stavolta la scelta dell’hardware interessato è molto ristretta come ben sanno LG, Samsung, Sony e gli altri costruttori partner aderenti. L’altro fattore è che i telefoni saranno accomunati dallo stesso schermo e dagli stessi pulsanti. In precedenza i vari costruttori mettevano ognuno i propri pulsanti funzione ma ora l’intero design del telefono è definito in anticipo fin nei minimi dettagli a scanso di sorprese per sviluppatori e utenti. Al Mobile World Congress di Barcellona a febbraio ci siamo rivolti agli sviluppatori, lavorando al nuovo framework sulla base del loro feedback. Rispetto all’anteprima del pacchetto di sviluppo per Windows la versione finale avrà solo minimi ritocchi. Dalla settimana prossima un numero selezionato di sviluppatori riceverà in anteprima dei prototipi su cui testare il loro software.
PI: Steve Ballmer ha fatto dei chiari accenni ai modelli WP7 quali terminali intelligenti per la cloud di Microsoft, dispositivi in grado di processare audio, video e contenuti linguistici acquisiti prima di mandarli alla “nuvola” grazie ad una adeguata potenza di calcolo. Sarà questa la vera differenza rispetto ai vostri concorrenti?
CMG: La differenza è un po’ più ampia, ed è nel design. L’integrazione con la cloud avviene a basso livello, ad alto troviamo il nuovo design coi tasselli e gli hub.
PI: Cosa salta agli occhi passando da un vecchio modello a Windows Phone 7?
CMG: L’esperienza web cambia radicalmente e per quanto mi riguarda quel che amo di più è la ricerca contestuale e geolocalizzata basata su Bing. Se comincio a digitare qualcosa nella rubrica telefonica il tipo di risultati e la forma in cui li presenta, stile social network, saranno diversi da una ricerca avviata nell’hub della musica dove avrà accesso all’anteprima audio e la possibilità di comprare l’MP3 nello store online di Zune. Idem se cerco il titolo di un film avrà tra i risultati i nomi e gli orari dei cinema in zona che lo proiettano.
PI: Apple ha optato per una linea molto rigida riguardo ai contenuti destinati ad iPhone, Google ha scelto la strada diametralmente opposta con Android, voi sembrate allinearvi più con la prima che con la seconda. Ha senso limitare la scelta di chi i contenuti li crea o li recepisce?
CMG: siamo trasparenti riguardo alle nostre politiche, ecco perché le abbiamo annunciate prima del lancio, preferiamo aiutare la gente che ci invia le applicazioni a capire quali cambiamenti devono apportare per raggiungere la pubblicazione invece di respingerle e basta. Vogliamo che non abbiano un effetto avverso sull’esperienza d’uso del telefono, in quanto consumatori noi stessi vogliamo che il contenuto sia adatto alle famiglie. E in quanto alla censura crediamo che il contesto sia importante, questo si applica anche ad esempio alla violenza nei videogiochi, dove non deve essere gratuita e fine a se stessa.
PI: Con l’incompatibilità verso il vecchio hardware e il drastico cambio di direzione non credete di mettere a disagio gli utenti, specie quelli che hanno comprato un modello solo da poco, del vecchio Windows Mobile?
CMG: Continuiamo a vendere telefoni con Windows Phone 6.5 e lo supporteremo per altri cinque anni sia a livello di sviluppatori che di acquirenti. Certo un’applicazione per le due piattaforma apparirà e sarà diversa dal lato consumatore ma non tantissimo da parte di chi la crea.
A cura di Fabrizio Bartoloni