Joel Adams, professore del Calvin College nel Michigan, e il suo studente Tim Brom hanno realizzato il più piccolo e economico supercomputer in circolazione: Microwulf, chiamato così rifacendosi al celebre poema epico anglosassone, è costato 2470 dollari ma è in grado di erogare la bellezza di 26 gigaflop di capacità di calcolo: una potenza doppia rispetto al mitico Deep Blue prodotto da IBM nel 1997 per battere il campione di scacchi Garry Kasparov e che costò all’epoca la bellezza di 5 milioni di dollari.
La tecnologia alla base di Microwulf è nota: un cluster Beowulf viene comunemente assemblato impiegando vecchi componenti che spesso giacciono abbandonati sulle scrivanie o negli armadi dei dipartimenti accademici. Due o più unità di elaborazione vengono accoppiate per fare fronte a tipologie di elaborazione parallela che normalmente non sarebbero alla portata di un comune personal computer.
Il lavoro di Adams e Brom (nella foto con Microwulf), tuttavia, è stato molto più preciso e dettagliato: grazie ad un finanziamento di 2500 dollari dalla loro università, i due si sono messi alla ricerca della migliore combinazione di hardware possibile per costruire il proprio monster personale . Quattro schede madri microATX , quattro processori AMD Athlon 64 ed un totale di otto gigabyte di RAM , oltre ovviamente ad alimentatori, dissipatori e quattro schede ethernet da un gigabit per mettere in comunicazione le quattro unità.
Il risultato è una sorta di piccolo scaffale, realizzato con alcuni pezzi ricavati da un precedente esperimento , dalle dimensioni di base contenute in un quadrato di soli 30 centimetri di lato, alto poco più di quaranta e contenente tutto l’hardware assemblato. Microwulf è anche molto attento ai consumi , arrivando ad assorbire durante il massimo sforzo appena 450 watt pari a soli 17.14 watt per gigaflop .
Ma è soprattutto sul versante del prezzo che ottiene un sensazionale successo: 2470 dollari per 26.25 gigaflop fanno meno di 100 dollari per ogni singolo miliardo di operazioni in virgola mobile. Per l’esattezza 94.1 dollari per gigaflop e, visto che sono passati sei mesi dalla sua prima realizzazione e alla luce della rapida svalutazione in cui incorre comunemente l’hardware di cui è composto, oggi costruire un Microwulf costerebbe poco più di 1250 dollari pari a meno di 50 verdoni per gigaflop.
Un rapporto prezzo/prestazioni davvero interessante, che si unisce alla estrema facilità di costruzione ed uso: “Invece di avere un mucchio di ricercatori costretti a condividere un singolo cluster beowulf” dice Adams “ora ogni ricercatore può avere il suo”. Bastano infatti componenti reperibili in qualsiasi negozio di computer e un CD con una distribuzione Linux, Microwulf gira su Ubuntu, per assemblare un proprio supercomputer fatto in casa seguendo le istruzioni .
Il professor Adams guarda già oltre: “Abbiamo ricevuto un finanziamento dalla National Science Foundation per costruire un cluster più grande” rivela a InformationWeek “così ci siamo messi al lavoro”. Nel frattempo Brom si è laureato, e ora porta in giro Microwulf per le scuole per raccontare la sua storia.
Luca Annunziata