Il web 2.0 sarà anche “leggero” e veloce per gli utenti, in grado di avvantaggiarsi di strumenti sempre più sofisticati per accedere a informazioni, servizi e contenuti. Ma come Dante insegna ogni cosa ha il suo doveroso contrappasso. A una migliore accessibilità alle risorse telematiche corrisponde la necessità di infrastrutture IT e centri di calcolo in grado di gestire una tale mole di richieste. Microsoft, dal canto suo, è pronta ad aumentare la propria dotazione di data center, mettendo sul piatto numeri di spessore per provare a vincere la scommessa delle nuove possibilità offerte dall’economia di rete.
La partita si chiama cloud computing , ennesimo termine a effetto coniato per vendere il prodotto-web del XXI secolo , un web in cui informazioni e applicazioni risiedono online e sono accessibili da un qualsiasi browser. Per fare in modo che il nuovo ambiente applicativo funzioni, però, oltre a una connessione che non faccia scherzi serve rinnovare potenza di calcolo e centri di storage, onde evitare che il sistema collassi sotto il suo stesso peso.
Microsoft, memore delle incomprensioni iniziali con il fenomeno Internet, appare ora fermamente convinta di dover essere tra i principali protagonisti dell’era del cloud computing , per mantenere inalterato il proprio status di innovatore dell’IT ma soprattutto per continuare a difendere i lauti introiti attualmente provenienti dai suoi celebri pacchetti applicativi offline.
Nicholas Carr , celebre esperto di cose del web, riferisce di aver ricevuto notizie da insider Microsoft secondo le quali, proprio in funzione dell’esplosione del cloud computing, a Redmond si stanno preparando a mettere mano ai fondi senza fondo della società per incrementare in maniera sostanziale la disponibilità di strutture dati per l’operatività di rete. “La prima fase dell’investimento – scrive Carr – includerà la costruzione di circa due dozzine di data center in tutto il mondo, ognuno dei quali coprirà un’area estesa su quasi 50mila metri quadri”.
Carr cita inoltre le parole del CEO Microsoft Steve Ballmer, che in occasione di una intervista ha previsto che il mercato del cloud computing verrà dominato da un nuovo “super-gruppo” di società IT, in grado di gestire una struttura di elaborazione centralizzata formata da un certo numero di grossi data center. “Amazon ne ha uno. Le indiscrezioni dicono che Google ne avrà uno. Noi abbiamo detto che ne avremo uno” ha dichiarato il sempre energico Ballmer.
Che sia dunque quasi arrivata l’ora per Microsoft di pensionare Office e dedicare tutte le proprie energie alla produttività online? “La nuova strategia, per come mi è stata riferita – scrive ancora Carr – punterà su una roadmap di mosse in tre grandi aree: la trasformazione del portfolio di applicazioni enterprise in un’architettura basata su servizi web, il lancio di versioni web delle maggiori applicazioni PC di Microsoft e l’espansione del network di data center”.
La strategia Microsoft proseguirà dunque nell’implementazione del concetto di “software più servizi”, dove i servizi sono quelli di produttività web interconnessi in maniera sempre più stretta con le applicazioni installate offline. Cionondimeno questa operazione “promette di segnare l’inizio di una nuova era per la società che ha fin qui dominato l’epoca dei PC”, conclude l’esperto.
Alfonso Maruccia